2015-11-21 13:54:00

A Roma sfila la Fiom. La Fim Cisl: manifestazione politica


La Fiom questa mattina è tornata in piazza a Roma, questa volta contro la Legge di Stabilità. Per il segretario del sindacato dei metalmeccanici della Cgil Maurizio Landini si tratta di "una manovra sbagliata, che non serve, perché il nostro problema è il lavoro". Alessandro Guarasci:

Al corteo della Fiom “Unions! – Per giuste cause” c’è non solo il sindacato della Cgil, ma anche buona parte della sinistra italiana. Migliaia le persone in piazza nonostante la pioggia. Il leader della Fiom Landini chiede di cambiare la Legge di Stabilità. E questo perché, secondo Landini, non mette al centro il lavoro, rinvia i problemi, non combatte l'evasione fiscale e la corruzione. Anche secondo il segretario generale della Cgil Susanna Camusso serviva fare di più su politiche per il Mezzogiorno, pensioni, occupazione. Una posizione che non viene condivisa dalla Cisl, il segretario generale della Fim Marco Bentivogli:

R. – Io credo che la manifestazione della Fiom, che sembra sempre di più un soggetto politico, e come i soggetti politici mette un elenco enorme di cause per cui si manifesta, porti confusione. Noi auspicavamo che si riprendesse un percorso unitario, un percorso in cui si fa una sintesi tra le organizzazioni. Di sicuro Unions!, questo soggetto politico creato dalla Fiom, è la mina più grossa contro l’unità sindacale. Mi auguro, quindi, che questa coalizione sociale, che non sta raccogliendo, in realtà, nel sociale molti adepti, sia una parentesi dopo la quale si ritorna a fare una percorso unitario. I lavoratori, infatti, hanno bisogno di unità tra di loro e le organizzazioni, specie in un momento così duro e difficile per il nostro Paese e per l’Europa.

D. – Landini pensa anche ad un possibile referendum abrogativo nei confronti delle norme su lavoro. Qual è la vostra posizione?

R. – Pensiamo che ci siano delle importanti novità sulla legge di stabilità, che riguardano la riduzione delle tasse. Come sempre stiamo sul merito e spieghiamo anche che, però, questa riduzione delle tasse va fatta in maniera più intelligente. Il sindacato ha il dovere di stare sul merito. Se si butta nei meandri dell’opposizione politica, i lavoratori non comprendono più il suo ruolo. Oggi più che mai c’è bisogno di grande chiarezza sui ruoli: il sindacato deve fare solo il sindacato.

D. – Appunto Landini chiede di defiscalizzare gli aumenti dei contratti nazionali. Un vostro, invece, vecchio cavallo di battaglia era la detassazione delle tredicesime. Che fine ha fatto?

R. – Pensiamo che sia utile detassare la contrattazione di secondo livello che, in questo periodo, non è cresciuta. Il salario può crescere proprio laddove si realizza la produttività, per cui nella contrattazione aziendale e territoriale. Su questo c’è un primo passaggio, tra l’altro molto popolare tra i lavoratori, questo Landini lo dimentica, proprio sulla detassazione sui premi di risultato. Un conto è avere le tasse tra il 27 e il 30 per cento sul contratto aziendale, un conto è avere la cedolare secca al 10 per cento. Io credo, quindi, che anche la Fiom su questo debba fare bene i conti e che su questo Renzi debba mantenere una certa coerenza tra quello che dice e quello che fa.

D. – La ripresa c’è, è però incerta sotto alcuni aspetti: ancora, soprattutto, non ha avuto effetti concreti sull’occupazione…

R. – I problemi riguardano il fatto che in Italia non si ritorna ad investire sull’industria  per creare lavoro. Per questo il governo deve, accanto ridurre le tasse sulle nuove assunzioni, rigenerare lavoro. E il lavoro si rigenera quando ripartono gli investimenti nei settori che possono garantire occupazione. Questo è un aspetto assolutamente importante. Altrimenti, continuerà questa guerra sulle statistiche e, in realtà, il Paese sarà ancora stretto in una morsa che ormai, dopo sette anni, sta lasciando dei segni assolutamente dolorosi. 








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