2015-11-20 15:14:00

Ilva. Mons. Santoro: qui si continua morire, servono fatti


Una settimana fa, terminava a Firenze il quinto Convegno nazionale della Chiesa italiana sul tema: "In Gesù Cristo, il nuovo umanesimo". Tra i temi all’attenzione di vescovi e delegati quello ambientale, a partire dall'Enciclica “Laudato sì'” di Papa Francesco. Argomento, quello della tutela del creato, che in alcune zone industriali dell’Italia assume importanza anche sul fronte dell’occupazione e della salute dei cittadini, come l’Ilva a Taranto. Luca Collodi ne ha parlato con mons. Filippo Santoro, arcivescovo della città pugliese:

R. – Al Convegno della Cei di Firenze sicuramente si è parlato di ambiente. Però, se ho un’osservazione da fare, è il fatto che nelle relazioni il tema della custodia del creato e dell’ambiente non è mai stato citato. È proprio una mancanza che nelle indicazioni del Convegno non ci sia una parola sulla custodia del creato. Come dice Papa Francesco: l’attenzione al creato, la cura dell’ambiente e l’ecologia integrale non devono essere un aspetto opzionale, ma un terreno, un campo avanzato del dialogo con tutti, anche con coloro che sono di altre fedi, di altre religioni e con tutti gli uomini di buona volontà.

D. – Mons. Santoro, a dire la verità a proposito di ambiente, oggi sull’Ilva di Taranto sembra caduto il silenzio...

R. – Siamo in una fase in cui bisogna passare dalle promesse ai fatti. La gente a Taranto attende dei segni chiari, delle risposte precise da parte del governo. Visto che nella Legge di stabilità del presidente Renzi sono stati stanziati 800 milioni a favore dell’Ilva, attendiamo che ora seguano i fatti. Noi però, come fatti, notiamo tristemente un lutto accaduto di recente: quello di Cosimo Martucci, un 49.enne di Massafra, di una ditta esterna all’Ilva ma sempre a questa collegata, che ha perso la vita. Ci troviamo di fronte a lutti che si susseguono… Ed è ancora più grave, perché non se ne parla a livello nazionale e, a livello locale, aspettiamo proprio una svolta, altrimenti sarà troppo tardi… Quando c’è una malattia, un cancro – qualcosa – o si taglia o si cura. Abbiamo visto che il governo ha intenzione di curarlo, ma se i provvedimenti non vengono messi in atto con urgenza, non so fino a quando la pazienza del popolo potrà durare.

D. – A oggi, qual è la situazione dei lavoratori Ilva?

R. – La situazione dell’Ilva è che la difesa del lavoro, con i vari ammortizzatori sociali, sta funzionando. L’occupazione continua, grazie a tutte queste varie forme di sostegno al lavoro. Però, per il futuro, di fatto, c’è una calo della produzione. Quello che ci aspettiamo, e che anch’io varie volte ho chiesto al governo, è che l’adeguamento degli impianti sia fatto quanto prima. L’altro punto importantissimo riguarda la copertura dei parchi minerali. E poi, ancora, ci aspettiamo che si dia continuità alle bonifiche. Sono dei segni che devono essere attesi e quindi delle risposte che devono essere date.








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