2015-11-18 20:05:00

Blitz antiterrorismo a St.Denis: incerta presenza della mente degli attacchi


A cinque giorni dagli attentati di Parigi, che hanno causato 129 vittime e oltre 300 feriti, la Francia ha vissuto un altro lungo momento di terrore, per un blitz condotto dalle forze speciali a Saint-Denis, un sobborgo della capitale. Otto i fermati e almeno due i terroristi uccisi, secondo le parole del procuratore Molins, mentre si dà la caccia ad un’auto in fuga forse con altri membri del commando a bordo. Intanto il presidente Hollande è tornato a parlare al Paese appellandosi all’unità e al coraggio. Il servizio di Gabriella Ceraso

E’ il procuratore della Repubblica di Parigi François Molins stasera a spiegare come stanno procedendo le indagini e cosa è accaduto nelle sette ore di blitz oggi a St.Denis contro un commando smantellato grazie a intercettazioni, perquisizioni e testimonianze. Molins torna con la memoria al 13 novembre scorso e parla di azione organizzata, arsenali da guerra e di tre auto arrivate dal Belgio. Nel dettaglio i ruoli dei terroristi però restano da precisare, ma la mente sembra essere ancora Abdelhamid Abaaoud, belga di origini marocchine che si sospettava potesse trovarsi nell’edificio colpito stamane a St. Denis. Tuttora però non c'è certezza sulla sua presenza o sulla eventuale sua morte, come su quella del pluriricercato Abdeslam Salah, in quel covo dove stamane una ventiseienne, si è fatta esplodere, e almeno un altro terrorista è morto. Con loro tre agenti speciali sono rimasti feriti. Forse ce n’erano di più di terroristi nel covo e pianificavano almeno due altri attentati. Un’auto una citroen Zara è comunque in fuga e ricercata in queste ore in tutta Europa. Nella Molenbeek, 'banlieue' di Bruxelles da cui venivano i ricercati e dove il progetto criminale ha preso corpo, la gente non ci sta e con una fiaccolata silenziosa ribadisce: “non siamo la base del terrorismo, amiamo il nostro Paese”. Qui, come in Francia, la paura è tanta. Per questo il presidente Hollande rivolto a duemila sindaci oggi ha ripetuto: la “coesione sociale è la migliore risposta”. Ampliato anche oltremare e prolungato a tre mesi lo stato di emergenza e ristabiliti i controlli alle frontiere, ha assicurato inoltre Hollande. "Il Paese è in guerra" ha aggiunto "per volere del Daesh che vuole attaccare l'idea stessa della Francia".

“Sarà una guerra lunga ma non cederemo ad odio e paura”, ha detto al Paese oggi nuovamente il presidente francese Hollande. Ma come è realmente la condizione della gente che stamani ha dovuto assistere ad un'altra azione di guerriglia urbana e vive tra continui allarmi bomba? Gabriella Ceraso lo ha chiesto alla nostra collega da Parigi Francesca Pierantozzi:


 

 

 








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