Estremisti indù hanno attaccato membri della Chiesa Pentecostale indipendente a Kohkameta, nello Stato del Chhattisgarh, causando diversi feriti. I fedeli sono stati trascinati fuori dalla chiesa e picchiati con bastoni, mentre gli aggressori chiedevano loro di riconvertirsi all'induismo. Altri abitanti del villaggio sono stati costretti a firmare dichiarazioni in cui esprimevano la rinuncia al cristianesimo. Come riferisce all'agenzia Fides l’Indian Christian Activist Network, l’aggressione, avvenuta nei giorni scorsi, intendeva porre fine a tutte le attività cristiane del villaggio. Nonostante le minacce di morte, i cristiani aggrediti hanno riferito l'accaduto alla polizia e ai media.
Le leggi anti-conversione limitano la libertà religiosa
In una nota ripresa da Fides, mons. Felix Machado, vescovo di Vasai e presidente
dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso nella Federazione delle
Conferenze Episcopali dell’Asia (Fabc), nota con dispiacere che “in India avvengono
omicidi, incendi di luoghi sacri, incendi delle istituzioni religiose” in nome di
una ideologia, l’Hindutva, che porta avanti “il disegno dell'India come una nazione
indù”, mentre le conversioni alle altre religioni “sono viste come una minaccia all'integrità
nazionale dell'India e fattore chiave per il declino presunto dell'induismo”. “La
questione della libertà religiosa in India – osserva il vescovo – è diventata estremamente
complessa negli ultimi anni. Diversi Stati indiani hanno emanato leggi anti-conversione,
provvedimenti che di fatto limitano la libertà religiosa”. (P.A.)
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