Il dialogo nazionale proposto dal Presidente Joseph Kabila deve essere rispettoso della Costituzione e non deve dar vita a forme di transizione o a istituzioni straordinarie. È quanto affermano i vescovi della Repubblica Democratica del Congo in una dichiarazione giunta all’agenzia Fides, firmata da mons. Nicolas Djomo, vescovo di Tshumbe e presidente della Conferenza episcopale nazionale del Congo (Cenco). I vescovi ribadiscono il loro no a eventuali modifiche costituzionali che potrebbero aprire la strada ad un terzo mandato per il Presidente Kabila, il cui incarico scade nel 2016. La Costituzione congolese prevede infatti solo due mandati presidenziali.
Il dialogo strada regale e pacifica per uscire dalla crisi
Nel messaggio si ricorda che “il dialogo è la strada regale e pacifica per uscire
dalla crisi. È un elemento costitutivo di ogni sistema democratico”. “Abbiamo la necessità
di sottolineare che il dialogo deve svolgersi nel rispetto assoluto del quadro costituzionale
e istituzionale vigente. Procedere altrimenti comporterebbe il pericolo, dalle conseguenze
incalcolabili per la nazione, di riaprire il dibattito sulla revisione o il cambiamento
della Costituzione nei suoi articoli bloccati o, in ogni caso, di prenderne in considerazione
la possibilità”.
I vescovi propongono di posporre le elezioni locali al 2017
Per quanto concerne le elezioni, che dovranno tenersi nel 2016, la Cenco aveva proposto
un calendario elettorale così scadenzato: elezioni provinciali, legislative e presidenziali.
Ma visti i problemi organizzativi e finanziari, la Cenco propone di posporre le elezioni
locali al 2017 per dare precedenza a quelle legislative e presidenziali. Il dialogo
nazionale proposto dal Presidente Kabila mira a coinvolgere le forze politiche e sociali
congolesi per trovare una soluzione condivisa all’impasse causato dal rinvio delle
elezioni locali.(L.M.)
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