La custodia responsabile e sostenibile del Creato che sta alla base della enciclica Laudato sì di Papa Francesco sarà il filo conduttore dell’Incontro della Rete Ecclesiale Pan- Amazzonica (Repam) che si apre oggi a Bogotà (Colombia), e che riunirà fino al 18 novembre, più di un centinaio di persone, circa 25 cardinali e vescovi insieme a 80 religiosi, agenti pastorali laici e rappresentati indigeni di diversi etnie e Paesi per analizzare la realtà amazzonica e dare una risposta congiunta alle sfide ecclesiali e sociali che esperimenta la Chiesa nel suo lavoro pastorale insieme ai popoli amazzonici e in difesa della madre natura.
Un territorio sempre più devastato e minacciato
La custodia responsabile e sostenibile del Creato che sta alla base della enciclica
di Papa Francesco sarà una guida che permetterà ai partecipanti leggere e rispondere
pastoralmente alle difficile realtà che minaccia la vita nell’Amazzonia. “Un territorio
- si legge nella nota di presentazione - sempre più devastato e minacciato da grandi
progetti di estrazione, dallo sfruttamento della monocoltura e dal cambiamento climatico
che mettono a repentaglio la natura, minacciano la dignità e la autodeterminazione
dei popoli e soprattutto feriscono il Cristo incarnato nelle persone che conformano
i popoli originari, i contadini, gli afro discendenti e le popolazioni urbane”. In
questo contesto, il card. Claudio Hummes, presidente della Repam ha affermato che
saranno i popoli amazzonici che pagheranno il conto di tutta questa devastazione,
coloro che soffriranno di più”. Il porporato brasiliano ha spiegato che si tratta
di una questione etica, nella quale tutti hanno una grande responsabilità verso le
generazione future, ma anche una responsabilità religiosa, in quanto Dio ci ha consegnato
questo mondo come un dono da custodire, per coltivarlo e non per distruggerlo.
Un'azione pastorale urgente accanto ai più poveri e per il bene comune
“La Chiesa non è presente nell’Amazonia come chi fa le valigie per partire dopo averla
sfruttata”. Queste parole del Papa pronunciate a Rio di Janeiro, nel 2013, volevano
ribadire l’impegno di migliaia di missionari, congregazioni, sacerdoti e laici, sin
dalla scoperta e colonizzazione dell’America e l’importanza della loro presenza per
il futuro”. Un anno dopo, a settembre del 2014, in Brasile si crea la Rete Ecclesiale
Pan-amazonica che ha come uno dei suoi principali obiettivi mettersi al servizio del
territorio e dei popoli di questa vasta regione, e particolarmente adesso, accompagnando
la missione di Papa Francesco alla luce dell'enciclica Laudato sì. Compito della rete
- si legge nella dichiarazione finale del 2014 - è creare consapevolezza nelle Americhe
dell’importanza dell’Amazzonia per l’umanità e stabilire, tra le chiese locali dei
diversi Paesi sudamericani che confinano con la regione, una pastorale congiunta
per creare un modello di sviluppo che privilegi i poveri e il lavoro per il bene comune.
Gente e natura da salvare
L’Amazzonia comprende un vasto territorio di circa sette milioni di chilometri quadrati
circondato da ben 9 Paesi - Brasile, Venezuela, Ecuador, Colombia, Bolivia, Perù,
Guyana, Suriname e Guyana Francese - nel quale abitano circa 40 milioni di persone
delle quali quasi tre milioni son indigeni appartenenti a 390 etnie, 137 isolati o
mai contattati, che parlano 240 lingue appartenenti a 49 famiglie linguistica. Anche
se l’amazzonia ha sofferto un 20% di deforestazione, continua ad avere una ricca biodiversità
calcolata in un quarto di tutte le specie terrestri. (A cura di Alina Tufani)
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