2015-11-15 09:00:00

Angola: appello dei vescovi al dialogo


Un appello a garantire e ad ampliare il rispetto dei diritti umani in Angola — in particolare quelli a essere informati, a esprimersi e a riunirsi liberamente — è stato lanciato dall’episcopato in occasione del quarantesimo anniversario dell’indipendenza del Paese dal Portogallo, celebrato mercoledì. L’esortazione è stata diffusa al termine della plenaria autunnale della Conferenza episcopale di Angola e São Tomé, nel corso della quale i presuli hanno anche proceduto al rinnovo delle cariche elettive, scegliendo come presidente l’arcivescovo di Luanda, Filomeno do Nascimento Vieira Dias.

La denuncia delle perduranti restrizioni imposte all’emittente Radio Ecclesia
Nel loro messaggio, i vescovi fanno specifico riferimento alle restrizioni imposte all’emittente Radio Ecclesia, autorizzata a trasmettere solo nella regione della capitale. Nonostante siano passati già quattordici anni dalla presentazione della richiesta, come ha ricordato mons. Zeferino Zeca Martins, vescovo ausiliare di Luanda, la licenza a poter trasmettere su tutto il territorio del Paese non è stata ancora concessa. Ma — come riferisce l’agenzia Misna — la preoccupazione dei presuli è anche per i diversi casi di attivisti dei diritti umani arrestati negli ultimi mesi con l’accusa di “attentato alla sicurezza dello Stato”.

Mettere gli interessi della nazione al di sopra di quelli di parte
I vescovi sottolineano perciò come le celebrazioni dell’indipendenza costituiscano “un’occasione unica per una profonda riflessione su cosa si possa fare per dare dignità e onore a questa grande conquista del popolo angolano e per offrire i vantaggi dell’indipendenza a tutti i cittadini”. Di qui l’incoraggiamento, rivolto a tutti gli angolani, affinché i comportamenti siano sempre indirizzati “alla costruzione della pace, all’unità e alla riconciliazione nazionale”. Parallelamente, i governanti sono invitati a guidare il Paese con il “consenso” e per il “bene di tutti”, mettendo gli interessi della nazione al di sopra di quelli di parte. Tanto più, aggiungono i vescovi, in un momento, come l’attuale, segnato da tensioni sociali esacerbate dalla crisi finanziaria e che necessita di “tenere aperte le porte del dialogo”.








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