2015-11-12 07:38:00

Israele contro obbligo etichette Ue ad hoc per insediamenti


Israele sospenderà alcuni dialoghi diplomatici già programmati “su temi politici e di diritti umani” in seguito alla decisione dell’Unione Europea di imporre ai prodotti agricoli e cosmetici provenienti dai Territori occupati dopo la Guerra dei Sei Giorni - confini non riconosciuti dalla comunità internazionale – di indicare chiaramente la provenienza. Intanto, sul terreno, ancora tensioni. Roberta Barbi:  

Fino ad ora bastava la dicitura “Made in Israel”; d’ora in poi i prodotti agricoli e cosmetici prodotti nei Territori e diretti in Europa, dovranno riportare in etichetta la loro provenienza specifica, se israeliana o palestinese. Lo ha deciso l’Ue, suscitando l’ira di Israele che grida al boicottaggio. “Un’iniziativa ipocrita che non tocca almeno altre 200 dispute territoriali presenti nel mondo”, ha tuonato il premier Netanjahu. “Una questione tecnica e non politica” in linea con l’obbligo di indicazione d’origine del cibo, ribatte l’Ue, dove questa etichettatura ad hoc è già presente in Belgio, Danimarca e Gran Bretagna, in cui peraltro ha portato a un aumento di vendite. Da un punto di vista economico si tratta di una decisione ininfluente – meno dell’1% del totale delle esportazioni di Israele verso l’Europa arriva dai Territori e in generale le facilitazioni tariffarie non saranno toccate – ma dall’alto valore simbolico: “Penalizzerà i palestinesi che lavorano nelle fabbriche”, ha aggiunto il premier. Da parte palestinese unica reazione quella del Dipartimento per gli Affari negoziali dell’Olp che su Twitter commenta: “Un passo ancora insufficiente; i prodotti di guerra dovrebbero essere banditi”. Intanto non si fermano le violenze: in un ospedale di Hebron, dove si era recato per visitare un parente, un membro di Hamas è stato ucciso da soldati israeliani. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, avrebbero dovuto soltanto arrestarlo.       








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