2015-11-12 14:46:00

A Napoli primo Simposio sulla Sla, nuovi approcci terapeutici


Nella "Città della Scienza" di Napoli è in corso il primo Simposio nazionale sulla Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica), un incontro organizzato da esperti italiani e internazionali per confrontarsi sulle nuove frontiere della ricerca nel contrasto alla malattia neurodegenerativa ancora incurabile. Quali sono le possibili soluzioni per rallentare e combattere la Sla? Veronica Di Benedetto Montaccini lo ha domandato a Mario Melazzini, testimone della malattia in tre duplici vesti: quella di paziente affetto di Sla, quella di medico specializzato e quella di presidente di AriSLA, la Fondazione Italiana di Ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica:

D. Lei si batte da anni per contrastare la Sla, quali sono i miglioramenti che ha potuto vedere in questi ultimi anni di ricerca?

R. – Un approccio a 360 gradi, finalizzato al miglioramento della qualità della vita del paziente e della famiglia: questo, dal punto di vista clinico-assistenziale. Però, tutto ciò che noi malati, ovvero i pazienti, desideriamo è la terapia che, grazie all’evoluzione e ai progressi che la ricerca sta facendo, apre potenzialmente a scenari che ci fanno ben sperare.

D. – Quali sono le nuove tecnologie utilizzabili? E in Italia, a quanti casi di contrasto efficace hanno portato?

R. – Dal punto di vista pratico, molto sta uscendo sulla neuro-infiammazione, molto sta uscendo sui bio-marcatori che diventano fondamentali per una diagnosi precoce e un monitoraggio della malattia stessa. Con le nuove tecnologie, sia dal punto di vista di supporto ventilato, sia per quanto riguarda la possibilità di facilitare la comunicazione, permette e ci permette una comunicazione sempre più attiva della persona con la malattia e con tutto l’ambiente circostante. Le staminali adulte potranno essere strumento di veicolo per fermare l’evoluzione della malattia, anche se non sono la panacea, perché i trials con le staminali adulte sono in corso, in fase sperimentale.

D. – E’ interessante anche l’aspetto sociale ed esistenziale che trattate al Simposio Sla: come migliorare l’assistenza a domicilio e come vivere la malattia in modo migliore?

R. – E’ fondamentale non far sentire sola la persona malata e la famiglia. Perché quella sensazione di abbandono che può a volte identificarsi ed evidenziarsi in alcune realtà, può portare la persona e la propria famiglia a decisioni rinunciatarie. Ma non deve essere così, perché nel pieno rispetto delle decisioni del singolo, la vita è talmente bella! Anche con la malattia, soprattutto se correttamente presa in carico.








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