2015-11-11 14:00:00

Vescovi europei: le migrazioni vanno governate e non subite


“Le migrazioni vanno prudentemente e responsabilmente governate e non subite”. È quanto tornano a ribadire i vescovi europei della Commissione del Ccee “Caritas in Veritate”, nel loro messaggio per San Martino. “Nella gestione delle migrazioni che oggi assumono l’aspetto di emergenze umanitarie, l’Europa non rinunci alla propria civiltà giuridica e ai valori fondamentali della propria cultura che essa ha assimilato dalla tradizione della legge morale naturale che qui da noi è stata arricchita e veicolata dalla tradizione cristiana e che è pure presente in altre culture e religioni”. Nello stesso tempo però – aggiungono i vescovi – l’Europa “non può esimersi da un impegno comune a far fronte a questa emergenza non solo nella cosiddetta accoglienza dei profughi ma anche e soprattutto in una politica estera di efficace contrasto dei turpi interessi che stanno dietro questi fenomeni. Ma l’Europa da sola non può fare tutto. 

L'Onu fermi le violenze nei Paesi di provenienza dei migranti
​I vescovi europei - riporta l'agenzia Sir - tornano ad invocare l’azione dell’Onu, alla luce proprio della “complessità delle situazioni e l’ampiezza delle tragedie umanitarie”. Alle Nazioni Unite, i vescovi chiedono “soluzioni non solo rispetto alla prima accoglienza, ma anche ai Paesi di provenienza dei migranti, adottando misure adeguate per fermare la violenza e costruire la pace e lo sviluppo di tutti i popoli. Inoltre, la pace in Medio Oriente e nel Nord Africa è vitale per l’Europa”.

Non rispettare vita e famiglia indebolisce la pace
“La pace deve essere un primo obiettivo dell’Europa, ma per questo il nostro continente deve essere più realista", affermano i vescovi. “Un’Europa sicura e, a sua volta, fonte di sicurezza è un’Europa ordinata, ove le varie istituzioni sociali sono giustamente collocate al proprio posto. Non rispettare la vita e la famiglia significa anche creare conflittualità e indebolire la pace. Lo stesso vale per il disprezzo o addirittura la persecuzione della religione, soprattutto la religione cristiana, oppure per una educazione dei giovani di anarchia etica. Se la giustizia non è garantita e se il potere giudiziario tende a sostituirsi non solo agli altri due poteri ma anche all’ethos dei popoli, pretendendo di ristrutturarlo, la conflittualità diventa una via senza uscita”. (R.P.)








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