2015-11-11 08:02:00

Burundi, mediazioni per fermare la violenza. Migliaia in fuga


Situazione sempre più preoccupante in Burundi. Le Nazioni Unite hanno nominato un inviato speciale, mentre la Francia ha presentato all’Onu una bozza di risoluzione nel tentativo di far uscire il Paese dalla violenza. A chiedere immediati negoziati è stato l’inviato degli  Stati Uniti nella regione dei Grandi Laghi, il presidente ugandese, Museveni, sarà il mediatore. Servizio di Francesca Sabatinelli:

Sarà il britannico Jamal Benomar, inviato di Ban Ki-moon, a tentare la mediazione per mettere fine alle violenze in Burundi dove, da aprile, dalla decisione del presidente Pierre Nkurunziza di arrogarsi il terzo mandato presidenziale, nonostante la costituzione, si registrano gravi episodi di violenza, con diverse esecuzioni extragiudiziali.  Si calcola che negli ultimi sette mesi siano state uccise almeno 240 persone, 200mila quelle fuggite. La settimana scorsa, Nkurunziza aveva ordinato alle forze di sicurezza di usare qualsiasi mezzo per mantenere l’ordine, ma sono molte le denunce di cittadini che accusano proprio le forze di sicurezza degli omicidi e di incitamento all’odio.

In una bozza di risoluzione presentata all’Onu, la Francia chiede a tutti gli attori nel Paese di placare le tensioni.  Negoziati sono in corso su un testo che propone di punire chiunque impedisca qualsiasi tentativo di dialogo tra il governo e l'opposizione. Una politica smorzata però da Russia e da altri Paesi dell’area che non intendono interferire nella politica interna del Burundi, e che quindi potrebbero non appoggiare eventuali sanzioni. I timori sono di veder scoppiare una violenza su larga scala, alcuni uomini forti del regime burundese stanno moltiplicando le provocazioni a sfondo etnico in un Paese che, nel suo recente passato, ha contato oltre 300mila morti nel massacro tra Hutu e Tutsi.








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