Un appello a garantire e ad ampliare il rispetto dei diritti umani in Angola, in particolare quello a essere informati, a esprimersi e a riunirsi liberamente, è stato rivolto dalla Conferenza episcopale alla vigilia del 40° anniversario dell’indipendenza del Paese dal Portogallo.
Casi di attivisti per i diritti umani incarcerati
La presa di posizione - riferisce l'agenzia Misna - è stata comunicata al termine
di un incontro dei prelati a Luanda dall’arcivescovo di Saurimo, mons. José Manuel
Imbamba, il portavoce della Conferenza episcopale. In Angola negli ultimi mesi sono
stati diversi i casi di attivisti per i diritti umani e militanti di opposizione incarcerati
con l’accusa di “attentato alla sicurezza dello Stato”.
La salvaguardia della vita e della famiglia
Inoltre i vescovi angolani chiedono di "salvaguardare la dignità della nostra cultura
di origine cristiana contro il fanatismo religioso e culturale di alcuni sottoprodotti
della globalizzazione che cercano di banalizzare Dio, la vita e la famiglia, con l'importazione
di modelli estranei al popolo dell'Angola e alla sua cultura, come le unioni di persone
dello stesso sesso”.
Affrontare i problemi che affliggono la nazione
“Ciascuno di noi, nel quadro delle sue competenze - scrivono i vescovi - ha compiti
urgenti da svolgere in modo che i frutti dell’indipendenza siano permanenti e pienamente
apprezzati da tutti”. Tra i problemi da affrontare ci sono: ridurre il divario tra
chi è estremamente ricco e quanti sono estremamente poveri; promuovere il diritto
alla libertà di coscienza, di riunione, di libera associazione, di dimostrazione,
di espressione e d'informazione, costituzionalmente garantiti, in modo che i cittadini
siano in grado di esercitare una cittadinanza consapevole, responsabile e partecipativa;
migliorare l’istruzione di base e professionale “per superare le tenebre dell'ignoranza
e l'oscurantismo che tengono intere comunità intrappolate nelle loro credenze oppressive
e atrofizzanti”.
Restrizioni imposte alla radio della Chiesa
Nel loro messaggio i vescovi hanno fatto specifico riferimento alle restrizioni imposte
alla loro emittente, autorizzata a trasmettere solo nella regione della capitale.
“Riaffermiamo ancora una volta – ha sottolineato mons. Zeferino Zaca Martins, vescovo
ausiliare di Luanda – che la mancata espansione del segnale di Radio Ecclesia a tutto
il Paese, si deve unicamente al rifiuto del governo angolano di concedere una licenza
chiesta ormai da 14 anni”. Come ricordano fonti locali della Misna, un impegno a rimuovere
gli ostacoli alla diffusione del segnale era stato ribadito dal Presidente José Eduardo
dos Santos durante la visita in Angola di Papa Benedetto XVI nel 2009. I vescovi
concludono rinnovando l’affidamento dell’Angola al Cuore Immacolato di Maria..(V.G.
- L.M.)
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