2015-11-10 14:30:00

Tensioni tra Burundi e Ruanda, rischio di un nuovo genocidio


In Burundi, dopo le operazioni di polizia ed esercito che hanno causato in pochi mesi più di 200 morti, è cominciato un esodo di massa: decine di migliaia di persone scappano a causa della violenza nel Paese. Oltre alla tensione interna, sale anche quella con il vicino Ruanda, il Presidente Paul Kagame ha criticato la politica del governo del Burundi.

Sangue nella capitale Bujumbura
L’ultimo episodio di aggressioni - riferisce l’agenzia Fides - è avvenuto sabato 7 novembre, quando otto persone, tra cui anche il figlio di un attivista per i diritti umani,  sono state uccise da uomini che indossavano uniformi della polizia in un quartiere della capitale noto come roccaforte dell’opposizione. Proprio per sabato il Presidente Pierre Nkurunziza aveva posto un ultimatum agli oppositori della minoranza tutsi a deporre le armi e arrendersi. Da quando in aprile Nkurunziza si è candidato per un terzo mandato, i civili uccisi sono stati 198, un numero che fa ripensare anche alla guerra civile che il Burundi ha alle spalle e che tra il 1997 e il 2006 ha provocato la morte di 300 mila persone.

La reazione della comunità internazionale
Ban Ki-moon ha condannato l’attacco del 7 novembre, chiedendo “la fine immediata della violenza ricorrente e delle uccisioni” e a causa della grave situazione di violazione di diritti umani è stato convocato un Consiglio di Sicurezza a New York. Inoltre, in occasione dell’ultimo Consiglio Affari esterI, che si è tenuto lo scorso 26 ottobre a Lussemburgo, è stata approvata la bozza della lettera in cui si invita il Burundi a conformarsi agli impegni dell’accordo di partenariato fra i Paesi dell’Africa, Caraibi, Pacifico (Acp) e l’Ue. Se il Burundi non rispetterà gli elementi essenziali dell’accordo in tema di diritti umani, occorreranno delle “consultazioni e una soluzione democratica accettata dalle parti”.

L’appello del Ruanda
Il Ruanda ha lanciato un appello perché si evitino violenze etniche simili a quelle che nel 1994 sfociarono in genocidio. Il discorso di Kagame è rimbalzato sui social media, mentre a livello regionale e globale cresce la preoccupazione che in Burundi prendano il via una guerra civile o violenze su larga scala. (V.D.B.M.)








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