2015-11-10 12:40:00

"La bellezza disarmata", l'ultimo libro di don Julián Carrón


Si intitola  “La bellezza disarmata”, il nuovo libro di don Julián Carrón, responsabile del Movimento “Comunione e liberazione”. Il volume, edito da Rizzoli lo scorso settembre e già giunto alla sua terza edizione, parla della crisi della cultura occidentale toccando temi di stringente attualità, dall’immigrazione alla famiglia, dal terrorismo alla politica. Su questi argomenti, in occasione della recente presentazione del libro a Roma, hanno dialogato con l’autore il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, e Luciano Violante, presidente emerito della Camera dei deputati. Il servizio di Elvira Ragosta:

La bellezza disarmata della fede come possibile risposta alle sfide del presente. Il volume raccoglie gli elementi essenziali della riflessione di don Juliàn Carròn a partire dal 2005, anno in cui fu eletto presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, dopo che lo stesso don Giussani, l’anno prima, lo aveva chiamato dalla Spagna a condividere con lui la responsabilità di guida del movimento. Attraverso un percorso durato dieci anni, l’autore rimette al centro l’uomo, le sue domande e le sue esigenze di verità e libertà. Abbiamo intervistato don Julián Carrón, partendo col chiedergli il perché di questo titolo “La bellezza disarmata”:

R. – Perché non c’è un’altra modalità oggi di vivere la fede se noi non siamo convinti che la fede sia di una bellezza tale che non ha bisogno di altro tipo di aiuto che la bellezza stessa dell’esperienza di fede.

D. – A quali domande risponde questo libro?

R. – Il libro risponde a tutta una serie di questioni aperte davanti a tutti: dall’emergenza educativa al crollo, davanti ai nostri occhi, di certi valori, alla disaffezione, alla stanchezza di cui sentiamo parlare da tanti autori rilevanti e a tutte le sfide che tutti stiamo vivendo oggi.

D. – Quanto è forte la proposta cristiana nel solco dell’insegnamento di don Giussani di fronte agli eventi di questo periodo?

R. – A me sembra sia una proposta potentissima. Il nostro tentativo è stato proprio quello di verificarla in tutti questi anni e nel futuro, perché così potremo capirla sempre di più e non solo ripeterla.

D. – Nel volume lei propone gli elementi essenziali delle sue riflessioni dal 2005 a oggi e si sofferma sul concetto di verità e di libertà. Come si possono leggere questi due concetti oggi? Come possono convivere e come si incontrano tra di loro?

R. – Nel libro ho dedicato un capitolo a questo, perché mi sembra un punto rilevante, uno dei nodi cui il Concilio ha dato una luce, per tutti noi. Ci ha mostrato che non c’è un altro rapporto con la verità che non sia la libertà. E questo a me sembra fondamentale, perché in un mondo come il nostro, che ama così tanto la libertà, non si accetterebbe un’altra proposta della verità che non fosse rivolta alla libertà.








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