La Chiesa cattolica colombiana condanna la decisione della Corte costituzionale che ha autorizzato l'adozione di minori a coppie dello stesso sesso. In un comunicato della Conferenza episcopale, i vescovi affermano che tale decisione viola i diritti fondamentali dei minori mettendo al primo posto i diritti degli “adottanti”. “Riaffermiamo - si legge nella nota - la ferma convinzione che la famiglia composta da uomo e donna è il luogo privilegiato per offrire ai bambini le massime garanzie per una sana crescita e sviluppo, non solo nell'ambito materiale, ma anche sul piano psicologico, affettivo, etico e morale”.
I diritti dei bambini, al di sopra di tutto
Il presidente della Conferenza episcopale di Colombia, mons. Luis Augusto Castro si
è detto contrario a questa nuova legislazione. “Vogliamo mettere in evidenza che i
bambini hanno dei diritti fondamentali, e uno di questi è avere una figura materna
e una paterna, un particolare che è stato dimenticato al momento di prendere la decisione,
o meglio dire, è stato sacrificato per soddisfare la pretesa degli adulti”. Mons.
Castro ha ricordato che la Costituzione stabilisce che i diritti dei bambini sono
al di sopra di tutto. “La Chiesa non entrerà in conflitto con la Corte Costituzionale
e con nessuno”, ha detto il presule e ha ribadito che non si tratta di morale o di
religione ma del bene dei minori. Infine, il presidente dell’episcopato ha chiamato
le famiglie ad aprire le loro case a bambini abbandonati e soli, specialmente quelli
considerati di difficile adozione”.
Con la decisione della Corte perde tutta la società
Durante la presentazione del comunicato, il segretario generale della Conferenza episcopale
colombiana, mons. Josè Daniel Falla, a nome dei vescovi colombiani, ha manifestato
il rifiuto della Chiesa alla decisione della Corte perché è una “sconfitta” per tutta
la società. “Crediamo fermamente - ha detto - che la decisione della Corte Costituzionale
viola i diritti dei minorenni, tenendo conto che l'adozione, sia nel diritto internazionale
sia nella nostra legislazione, è innanzitutto una misura di protezione del minore
e mai deve essere considerata un diritto di chi adotta”. Mons. Falla ha chiamato i
colombiani a mobilitarsi contro questa decisione arbitraria e a continuare a difendere
e salvaguardare l’autentica natura della famiglia e i diritti dei bambini.
Modernizzazione o autodistruzione?
L’arcivescovo di Barranquilla, mons. Jairo Jaramillo ha sottolineato che non si tratta
di una situazione esclusiva della Colombia ma una tendenza mondiale. “In fondo - ha
affermato - non è colpa dei singoli giudici della Corte trincerarsi dietro una presunta
voglia di modernizzazione, ma una grande problematica dello Stato”. “Ci dispiace che
la Colombia voglia modernizzarsi in questo modo, con l'autodistruzione dell'essere
umano” ha aggiunto mons. Jaramillo. Secondo il presule colombiano la strada della
Chiesa non è uscire a protestare contro la Corte o contro lo Stato, ma approfondire
la missione che la famiglia deve esercitare, con genitori che diano veramente una
formazione ai figli e dove ci sia giustizia e amore fraterno”.
Legislazione: sì alle adozioni e no al matrimonio omossessuale
La Corte Costituzionale della Colombia ha dato il via libera all’adozione da parte
di coppie dello stesso sesso con 6 voti a favore e 2 contro. La plenaria della Corte
ha deciso, giovedì scorso, che le coppie omosessuali come le coppie eterosessuali
sono ugualmente idonee per la crescita di un figlio. “L’orientamento sessuale di una
persona o il suo sesso non sono in sé indicatori di una mancanza d’idoneità morale,
fisica o mentale per l’adozione. A differenza di Argentina e Uruguay dove la legislazione
permette anche l'adozione a coppie omossessuali, in Colombia le coppie dello stesso
sesso possono formalizzare la propria unione ma non esiste il matrimonio omossessuale.
(A cura di Alina Tufani)
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