2015-11-08 09:12:00

Croazia, elezioni. Testa a testa tra partito al governo e centrodestra


Si è votato oggi per il nuovo parlamento in Croazia. Quasi quattro milioni gli aventi diritto, distribuiti in settemila seggi. I primi exit pool danno la parità tra le due grandi coalizioni del Paese : il centrosinistra “La Croazia cresce” del premier Milànovic, e la “Coalizione patriottica” di centrodestra, guidata da Karamarko, leader dell’Unione democratica. Ma su quali temi e come si è giocata la campagna elettorale per il futuro del Paese che versa in condizioni economiche difficili? Gabriella Ceraso lo ha chiesto ha Francesca Rolandi, corrispondente in Croazia del "QCode Magazine":

R. – La campagna elettorale si è presentata particolarmente aspra e si è assistito a una forte personalizzazione dello scontro tra i leader. Due diversi universi valoriali, due diversi concetti di cittadinanza, con "Comunità democratica croata" che avrebbe contribuito alla creazione di un clima tollerante verso la diversità e in particolare verso la minoranza serba. A questo riguardo aggiungerei, però, che la carta nazionale è stata giocata anche dai socialdemocratici, che in questo modo hanno voluto ribattere alle accuse di mancare di realtà verso la patria e di non dare la dovuta importanza alla memoria della guerra patriottica degli anni Novanta. I socialdemocratici si fanno forti di alcuni risultati economici positivi, soprattutto nel campo dell’export e del turismo, e si vantano anche di aver portato la Croazia fuori dalla crisi. Anche se poi nessuna delle due coalizioni offre una soluzione approfondita e a lungo termine…

D. – Quindi, secondo il suo punto di vista, le priorità partono comunque sempre dall’economia per la Croazia?

R. – Sì, perché ci sono forti indicatori di povertà e un tasso di disoccupazione che supera il 16%. Molti giovani, spesso anche scolarizzati, lasciano questo Paese e il numero di coloro che vanno in Germania è sempre più alto.

D. – Da che cosa dipenderà il dopo voto?

R. – Dipende da altre sigle: in particolare, nei sondaggi è dato al 14% una lista, che si chiama “Most”, ”Ponte”, che si considererebbe come il terzo partito croato, richiamandosi a parole d’ordine come “la lotta contro la vecchia politica”, “la lotta contro la corruzione”… Potrebbero richiamare il Movimento 5 Stelle.

D. – Verso cosa sta andando la Croazia? Verso quale futuro politico, se così si può dire?

R. – E’ difficile dirlo. Chiaramente, una vittoria del partito di centrodestra porterebbe un cambiamento forse non tanto nelle misure politiche, ma probabilmente nella dialettica politica e potrebbe aumentare quello che è stato descritto da varie parti come un “clima di intolleranza montante”, che per alcuni aspetti richiama alcuni incubi degli anni Novanta.

D. – Invece, una vittoria del centrosinistra?

R. – Porterebbe certo una continuità con quelli che sono stati questi quattro anni, probabilmente con una situazione economica parzialmente migliorata rispetto a quella che questa coalizione si è trovata a fronteggiare nel 2011, ma comunque sempre altamente problematica per la Croazia, che ha di fronte alcune sfide, sia nel campo economico che nel campo delle riforme, la cui soluzione – in questo momento – non appare semplice.








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