2015-11-02 14:17:00

Turchia, padre Ambrosio: una fragile stabilità


"Erdogan ha vinto perché ormai il Paese era caduto in una fase di instabilità soprattutto dal punto di vista della sicurezza delle persone e della società civile. I turchi hanno una gran paura, tutta reale, di cadere nel pericolo del caos totale che sperano che l'Akp porti ad una pace interna". Il domenicano Alberto Ambrosio, per undici anni in Turchia ed esperto di islam turco, commenta il voto che ha assicurato la maggioranza assoluta per il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo.

Sarà effettivamente garantita questa pace interna? Ambrosio è perplesso: "Rispetto a più di dieci anni fa, quando il partito ha preso il potere, la situazione geopolitica è notevolmente cambiata. Prima c’era qualche problema con la Siria ma l’IS non preoccupava. Quindi sì, è un voto da cui si prevede più stabilità ma meno apertura democratica. Non va trascurato il fatto che questo governo e quelli precedenti guidati dallo stesso partito avevano intrapreso opere grandiose come per esempio il terzo ponte di Istanbul, un'opera gigantesca. La Turchia si è avvalsa di alleanze economiche con i paesi vicini che si riconfermeranno, ma su una tela di fondo molto fragile ed incrinata perché alcune di queste alleanze sono andate degenerando negli ultimissimi anni. Ed è da questo aspetto che la Turchia dovrà smarcarsi, da quelle reali o apparenti ambiguità che ne hanno fatto il paese che conosciamo".

Come si risolveranno le tensioni nell’area curda? "E’ un’area che si presta a infiltrazioni di tutti i tipi", sottolinea il religioso. "Sarà un vero e proprio fronte per la Turchia contemporanea. I disordini non è assolutamente detto che vengano fermati con queste elezioni". 

Ma quale islam ha vinto in Turchia"Ufficialmente si può dire che è un islam tradizionale e conservatore ma c’è stato un sostegno anche della frangia più estrema dell’islam turco. Sicuramente c’è stato il sostegno di alcune confraternite che hanno fatto una propaganda capillare e di rifiuto di ogni tipo di critica. Parlerei dunque di un islam radicato più che radicale, che si vuole riconoscere in questo paese e che si vuole espandere".

E’ preoccupato per la garanzia del dialogo interreligioso e del rispetto delle minoranze? "Il dialogo avviene quando ci sono parti in gioco che hanno un equilibrio anche in termini quantitativi", conclude Ambrosio. "In questo caso, la parte cristiana ed ebraica del paese sono in netta minoranza. Quindi, più che un dialogo che c’è e che ci sarà non fosse altro perché è estremamente conveniente, non sarà visibile nei fatti, per una questione di numeri".








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