2015-11-01 10:05:00

Giornata santificazione universale. Don Maspero: solo Dio ci fa santi


Nella solennità odierna di Tutti i Santi, ricorre anche anche la Giornata della santificazione universale. L’evento, ideato dal Servo di Dio Guglielmo Giaquinta fondatore del Movimento Pro-Sanctitate, ha l’obiettivo di far comprendere come la vera santità sia alla portata di tutti e non invece un ideale astratto impossibile da raggiungere. Federico Piana ne ha parlato con don Giulio Maspero, teologo, docente alla Pontificia Università della Santa Croce:

R. – La santità è opera di Dio quindi non è una cosa che facciamo noi. Quando pensiamo che la santità sia qualcosa di inarrivabile è perché identifichiamo la santità col fare alcune cose molto difficili, un po’ come se i santi fossero dei “Rambo”, dei supereroi dei film… E invece non è così, nella santità è Dio che agisce. Solo Dio è santo. E’ un’osservazione biblica molto molto chiara: la santità è un attributo che è solo di Dio in un certo senso. In ebraico il senso dell’espressione che è “kadosh” è proprio “separato”, quindi solo Dio è santo, noi non siamo santi. Un po’ come quando il giovane ricco incontra Gesù e lo chiama “maestro buono” e Gesù gli dice: “Perché mi chiami buono? Solo Dio è buono”. Il punto è partire da Dio. Dio ci fa santi ed è opera sua. Quindi è facile proprio perché è qualcosa che Dio ci dona e allora il santo non è una persona perfetta, è una persona che ha scoperto la via della felicità perché ha scoperto che là dove lui ha i limiti Dio entra.

D. – E’ possibile che luogo per la nostra santificazione sia il nostro quotidiano, le nostre cose piccole, il nostro lavoro?

R.  – Assolutamente sì. Proprio perché è opera di Dio, anche quando si parla di virtù eroiche, tuttora i processi di canonizzazione e identificazione devono riconoscere questo: riconoscono un’azione che è superiore alle forze umane, che solo Dio può compiere in qualche modo, quindi riconoscono la presenza di Dio. Allora, la santità è amicizia con Dio, è la presenza di Dio nella nostra vita e quindi nella nostra vita intera. Noi possiamo lavorare, alzarci domani mattina, lunedì - è sempre un po’ difficile alzarsi lunedì mattina! - e andare a lavorare da soli o andare a lavorare con Dio, con Gesù, con la Madonna. E possiamo cucinare, preparare le cose di cui abbiamo bisogno da soli, oppure con Gesù. Possiamo farlo perché ci sentiamo obbligati, possiamo farlo sbuffando, possiamo guidare la macchina andando al lavoro dicendo, così, qualche insulto ogni tanto a chi ci taglia la strada, oppure possiamo cercare di fare queste cose in compagnia di Dio, farle bene, per le persone che amiamo, farle con amore, trasformando veramente tutto. Ci sono tante strade che portano alla santità. A Joseph Ratzinger una volta chiesero quante strade esistevano per incontrare Dio e quindi per diventare santi e lui rispose: “Tante quanti sono gli uomini”. Quindi c’è chi si sente chiamato ad andare missionario, ad andare in monastero e c’è chi si sente chiamato al matrimonio… Papa Francesco sta insistendo molto su questo punto: c’è una vocazione al matrimonio, il matrimonio è un cammino di santità. La vita quotidiana, la vita qui è una vita eroica. Quante madri sono altroché sante d’altare, quanti papà sopportano, si sacrificano, lottano, sono altroché santi d’altare. Non hanno fatto cose che risuonano, non sono andati in Africa, non hanno fatto grandi viaggi però hanno saputo voler bene ai loro figli, vivere per loro, hanno saputo tacere, hanno saputo parlare… Quante storie di un eroismo quotidiano bellissimo che scoprono la presenza dell’amore di Dio nella nostra vita e quindi trasformano, come diceva san José Maria, la prosa quotidiana in endecasillabi eroici: cioè, la nostra vita quotidiana può diventare da prosa una poesia d’amore magnifica.








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