2015-10-31 16:42:00

Tutti i disegni del genio del barocco romano


"Eravamo consapevoli che, pur avendo la collezione probabilmente più importante al mondo, in termini numerici, qualitativi e di varietà, riguardante l'opera berniniana, non ci fosse nel nostro catalogo una pubblicazione capace di individuare l'intero corpus dei disegni di Gian Lorenzo Bernini e della sua scuola, conservati presso la nostra Biblioteca". Così, Barbara Jatta, responsabile del Gabinetto delle Stampe e Disegni della Biblioteca Vaticana, spiega la genesi del volume intitolato "I disegni di Bernini e della sua scuola nella Biblioteca Apostolica Vaticana", da lei curato assieme a Manuela Gobbi e presentato recentemente in Vaticano. 

Il Michelangelo del Seicento

Il testo raccoglie, in circa seicento pagine e con testi in due lingue, trecentonovantotto disegni del genio del barocco romano e dei suoi allievi che sono stati per l'occasione digitalizzati e presto saranno on-line sul sito della Biblioteca. "E' stata una sorta di censimento - spiega la Jatta - che abbiamo fatto prendendo spunto dal catalogo della mostra sul 'Bernini in Vaticano' allestita nel 1981, poi decisamente ampliato". "I nuclei principali su cui abbiamo basato il lavoro sono quello Chigiano, quello Barberiniano e quello che fa riferimento a Virgilio Spada". "Siamo fortunatissimi - spiega ancora la Jatta - perché qui in vaticano sono conservate le varie tipologie del fare creativo del Bernini che è considerato il 'Michelangelo' del Seicento e quindi, come lui, è scultore, pittore, architetto, decoratore, uomo di teatro, dell'effimero, ma anche della sostanza".

Idee fissate su carta

"Noi abbiamo qui - spiega la curatrice del volume - disegni preparatori per quasi tutti i suoi cantieri ed anche ritratti policromi che sono lo specchio della sua sensibilità pittorica riportata alla prima fase creativa". I disegni erano dunque il mezzo immediato con cui Bernini metteva subito su carta le sue idee, le sue intuizioni. "Bernini raccontava al suo biografo e confidente Chantelou che non appena aveva un idea doveva fissarla su carta o addirittura con un carboncino disegnarla sul muro. E noi abbiamo moltissimi schizzi preliminari di grandi opere, come quello straordinario in cui, con pochissimi segni, viene riprodotto il baldacchino di San Pietro". Nella raccolta vi sono anche diciassette caricature. "Due - spiega la Jatta - provengono dall'archivio Chigi e altre dalla Biblioteca Chigiana. Quindici sono rilegate in un bellissimo volume e raffigurano personaggi dell'epoca riconoscibili come Scipione Borghese o Francesco Barberini".

Non solo Bernini

Nel volume non ci sono solo autografi di Bernini. "Per ogni cantiere per il quale abbiamo disegni del Bernini, come quello della Fontana dei Quattro Fiumi di piazza Navona - spiega la studiosa - abbiamo anche disegni di altri autori, come ad esempio Borromini. E ci è sembrato giusto inserirli per completezza. Ci sono disegi di Carlo Rainaldi per le Chiese gemelle di Piazza del Popolo oppure le diverse versioni e le idee preliminari del Bernini per l'obelisco dell'elefante della Minerva e tutti gli altri che riguardano la disposizione della piazza". Tra questi disegni ce ne sono alcuni di un Pontefice, amico del Bernini. "Il genio del barocco visse un grande connubio con Papa Alessandro VII Chigi, di cui era coetaneo, e che era un grande appassionato di architettura. Ci sono alcuni codici chigiani - spiega ancora Barbara Jatta - in cui alcuni disegni, come quelli del colonnato berniniano o del restauro del Pantheon, sono difficilmente attribuibili alla mano del Bernini o del suo amico Pontefice".    








All the contents on this site are copyrighted ©.