2015-10-29 14:57:00

Rallenta crescita immigrati in Italia: più della metà sono cristiani


Cresce, ma più lentamente, la popolazione immigrata in Italia, aumentano i processi di inserimento e la maggioranza degli stranieri residenti è di religione cristiana. Questi i principali dati emersi dal “Dossier statistico immigrazione 2015” redatto dall’Idos, in collaborazione con la rivista “Confronti”, e presentato a Roma e in contemporanea in altre 20 città italiane. Elvira Ragosta:

Su 240 milioni di migranti stimati nel mondo, 5 milioni e 14mila sono gli stranieri residenti in Italia; poco meno sono, invece, gli italiani che hanno scelto di andare a vivere all’estero. Il dossier Idos sull’immigrazione sottolinea come l’immigrazione nel nostro Paese abbia rallentato la crescita registrata lo scorso anno. Tra gli stranieri residenti, oltre la metà ha la cittadinanza di un Paese europeo, un milione e mezzo proviene da uno Stato membro dell’Unione Europea, mentre un quinto proviene dall’Asia, Cina in testa. Per quanto riguarda invece l’afflusso eccezionale di migranti forzati, nel 2014 sono sbarcate in Italia oltre 170mila persone tra richiedenti asilo e migranti economici, Franco Pittau, coordinatore redazionale del Dossier:

R. - Nel 2014 è molto aumentato il flusso dei profughi. Questa è una grande novità: quasi quattro volte di più rispetto al 2013. Sono però continuati, seppure in diminuzione, i ricongiungimenti familiari: 78.000; 25.000 sono le persone venute per motivi di lavoro; e abbiamo già cinque milioni di stranieri. Quindi noi dobbiamo riuscire a saper accogliere i nuovi venuti e a saper integrare i cinque milioni che sono già in Italia.

D. – Il bilancio è positivo, tra spesa pubblica ed entrate statali assicurate dagli stranieri…

R. – Questa è una stima che si fa sulla base dei dati disponibili, che non sempre sono tali e allora ci vogliono delle stime. Però questa stima che abbiamo cercato di fare nella maniera più appropriata dice che gli immigranti ogni anno ci lasciano un buono – un surplus – di tre miliardi. Quindi non è vero quello che diciamo quando ci lamentiamo di “quanto ci costano”. Ci costano poco perché rendono di più. E poi l’accoglienza di una persona non deve mai essere impostata solo su questo criterio.

D. – In base ai dati relativi all’acquisizione dei diritti di cittadinanza, quanto la legge in discussione in Senato in questo momento sullo “ius soli” e lo “ius culturae” può aiutare questa naturalizzazione?

R. – E la storia del “bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno”. Molti sono contenti perché si fa un grosso passo in avanti, però non perfetto. Probabilmente nella storia del mondo non c’è mai stata una legge perfetta, quindi si tratta di un passo in avanti e dopo di quello anche un altro passo.

Un approfondimento del dossier statistico sull’immigrazione è stato curato dalla rivista Confronti e riguarda i dati sull’appartenenza religiosa degli immigrati. Claudio Paravati, direttore di Confronti:

“Più di un immigrato su due residenti, in Italia, è cristiano. Quindi questo dato immediatamente palesa come la teoria della immigrazione – che porta a una nuova religione ed è una colonizzazione religiosa – sia falsa. La discontinuità è che, addirittura, il dato relativo ad alcune religioni – tra cui l’islam ad esempio – in confronto all’anno prima, è diminuito di qualche punto percentuale. Quindi non c’è assolutamente una crescita esponenziale. L’ennesimo dato è anche che la comunità cristiana residente è plurale al suo interno: i cristiani ortodossi sono la maggioranza dei cristiani immigrati in Italia, ossia più di 1.200.000. Ci sono religioni nuove rispetto alla storia dell’Italia; e quindi le comunità sono ancora un po’ più chiuse al loro interno. E poi c’è un bellissimo rapporto tra le comunità preesistenti – cioè le comunità cristiane – che si vedono immigrati cristiani arrivare. Le comunità religiose possono – e spesso lo fanno – essere vettori di integrazione”

Aumenta in Europa il numero dei richiedenti asilo, ai primi posti Germania e Svezia, al terzo l’Italia, dove persiste, seppur diminuita, la difficoltà a garantire un sistema di accoglienza adeguato a chi fuggendo da guerre e persecuzioni giunge via Mediterraneo sulle coste italiane.








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