2015-10-29 16:11:00

Nostra Aetate, Gattegna (Ucei): è tempo di nuovi passi


"Sono stato molto colpito dalle parole del Papa perché anch'io ho sempre pensato che le posizioni estreme, in campo religioso, portino a intolleranza e violenza". Così, Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), commenta le parole con cui Papa Francesco, in occasione del 50° del decreto conciliare 'Nostra Aetate', ha voluto mettere in guardia dal rischio del fondamentalismo legato alle religioni. Gattegna, che ha partecipato all'udienza interreligiosa celebrata in Piazza San Pietro per l'occasione, sottolinea come, cinquant'anni fa, con la promulgazione della dichiarazione conciliare, si sia aperta "una nuova era dei rapporti fra ebrei e cristiani". "Tutte le forme di contatto e di dialogo che si sono sviluppate tra di noi negli ultimi decenni sonono frutto di questo cambiamento", ha ricordato Gattegna. "La 'Nostra Aetate - ha aggiunto il presidente Ucei - è stata, per così dire, 'preparata' da alcuni gesti significativi di S. Giovanni XXIII, come quando fece fermare la sua macchina e volle dare la benedizione ad alcuni bambini che uscivano dalla Sinagoga di Roma. Un gesto che fu molto importante per la nostra comunità".  

Fare di più per diffonderla

In occasione dell'anniversario della 'Nostra Aetate' Renzo Gattegna sottolinea anche come sia ancora necessario fare uno sforzo per diffondere i contenuti della dichiarazione conciliare a livello della base della popolazione cattolica. "Mi sembra che il testo - spiega - sia conosciuto a livello elitario, di vertice, ma non è ancora sceso fra i fedeli, fra il popolo, fra quelli che praticano la religione. Dobbiamo affinare gli strumenti per comunicare con tutti i ceti sociali e culturali del Paese e del mondo".  

E' tempo per una dichiarazione congiunta

In conclusione, Gattegna ha sottolineato il lavoro che ebrei e cristiani debbono ancora svolgere insieme nei confronti dei musulmani, per coinvolgere i rappresentanti del mondo islamico più disponibili al dialogo e alla collaborazione per la pace e il rispetto delle libertà. "Guardando al futuro - ha concluso poi il presidente dell'Ucei - proprio sulla base del testo della 'Nostra Aetate', prodotto cinquanta anni fa da un concilo cattolico, si potrebbe pensare di produrre una dichiarazione congiunta fra ebrei e cattolici". "La 'Nostra Aetate' - ha commentato - è stata un fatto eccezionale, ma, dopo mezzo secolo, per non cadere nella 'routine', bisognerebbe ritrovare un'idea eccezionale da lanciare insieme e forse questa volta si può fare un lavoro comune perché c'è una collaborazione vivace tra cristiani ed ebrei".








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