La Conferenza episcopale della Repubblica Democratica del Congo (Cenco) ha deciso di non partecipare alle votazioni della piattaforma delle Confessioni religiose del Paese, per designare un suo rappresentante all’interno della Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni). In una nota a firma del segretario generale della Cenco, padre Léonard Santedi, si legge: “Nel corso di un confronto fraterno tra i rappresentanti delle diverse Confessioni religiose impegnate in questo compito, sono emerse differenze notevoli sui principi da rispettare per assumersi tale responsabilità”.
La preghiera della Chiesa per la riuscita delle elezioni
Di qui, la decisione della Chiesa cattolica di “non partecipare ad un voto che sembrava
essere stato già deciso”. Ne consegue che “il candidato presentato dalle Confessioni
religiose è il rappresentante di sette confessioni, ma non della Chiesa cattolica
che non ha partecipato alla sua elezione e che si assume tutta la sua responsabilità
davanti al Paese ed alla storia”. Infine, la Cenco “prega per la riuscita del processo
elettorale ed affida alla Vergine Maria l’avvenire della nazione”.
Clima teso dopo le proteste popolari di gennaio
Nella Repubblica Democratica del Congo il contesto elettorale non è facile: a gennaio,
si sono registrate 42 vittime negli scontri tra polizia e manifestanti. Al centro
delle proteste, la proposta di legge di subordinare le prossime elezioni presidenziali,
previste al momento per il 2016, alla realizzazione di un censimento completo della
popolazione. Tale censimento avrebbe richiesto molto tempo, prolungando così il mandato
dell’attuale Capo dello Stato, Joseph Kabila, al potere dal 2001. In seguito, il
Senato ha approvato la legge sulla riforma elettorale senza l’articolo contestato
dalla popolazione. Ma il clima delle votazioni resta comunque teso. (I.P.)
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