2015-10-29 14:30:00

Cile: perplessità dei vescovi su riforma scuole superiori


Perplessità: è questo la risposta della Conferenza episcopale del Cile di fronte alla riforma scolastica che il governo sta portando avanti nel Paese. A gennaio, infatti, è stata approvata la normativa che renderà gratuita la scuola dall’asilo agli studi superiori. Un secondo pacchetto di riforme si concentrerà sull’università, per permettere a circa 264mila studenti di frequentare gratuitamente centri di formazione tecnica, istituti professionali accreditati e università del Consejo de rectores, organismo collegiale che riunisce i rettori di venticinque università cilene, pubbliche e private.

La riforma dell’istruzione non è solo una riforma economica
Ma la Chiesa cilena si dice perplessa: in una lettera aperta, mons. Héctor Vargas, presidente del Dipartimento educazione dei vescovi locali, sottolinea che implementare la gratuità della scuola superiore richiede “un cambiamento paradigmatico che situi al centro della discussione sull’educazione gli interessi collettivi, la crescita integrale della società e lo sviluppo della persona, soprattutto di coloro che, pur avendo le capacità necessarie, non hanno le risorse per intraprendere e proseguire gli studi superiori”. Per questo, spiega mons. Vargas, impostare la riforma sulla gratuità e quindi solo sul bilancio economico “distoglie il dibattito pubblico e parlamentare dalla dimensione sociale, etica e politica della normativa, riducendola a meri criteri finanziari”.

Preoccupazione per la perdita di autonomia delle università
Inoltre, il presidente del Dipartimento episcopale per l’educazione manifesta le sue preoccupazioni riguardo alla perdita di autonomia che subiranno le università che aderiranno al processo di attuazione della gratuità, considerati i requisiti stabiliti dallo Stato per rientrare nella normativa. In particolare, mons. Vargas si dice preoccupato della possibilità di un determinato regime di partecipazione statale e di gestione interna negli atenei, così come della definizione di tariffe e quote prefissate per le iscrizioni delle matricole.

Non illudere le famiglie degli studenti
Non solo: il pensiero del presule va anche alle famiglie degli studenti, affinché non vengano illuse dalla riforma: la gratuità, infatti, riguarderà solo gli iscritti in corso, e non quelli fuori corso. Il che è “irreale – commenta mons. Vargas – se si considera che oltre i due terzi degli studenti non rispettano i tempi del piano di studi”.

Attuare gratuità degli studi in base all’indice di povertà
Quindi, il vescovo cileno suggerisce che lo Stato attui la gratuità degli studi in base alle reali necessità di ogni regione del Paese, secondo l’indice di povertà, garantendo che nessuna istituzione formativa riceverà meno di quanto avviene attualmente, in termini di finanziamento. (A cura di Isabella Piro)








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