2015-10-26 14:09:00

Polonia elezioni: vincono i nazionalisti. Governo senza alleanze


In Polonia, il partito nazionalista conservatore 'Diritto e giustizia' (Pis) del Presidente Duda ha vinto le elezioni politiche con circa 38% dei consensi, distaccando di almeno 14 punti percentuali il partito moderato ‘Piattaforma civica’. Ora la candidata premier Beata Szydlo potrà formare un governo senza cercare alleanze e, per la prima volta dalla cauduta del comunismo, la sinistra non è riuscita ad entrare in Parlamento. Intanto a Bruxelles si teme che il nuovo esecutivo polacco possa rafforzare l’asse dei governi euroscettici. Per un’analisi, Marco Guerra ha intervistato Giacomo Manca giornalista esperto di Europa orientale per l’East-Journal:

R. – Io credo che il risultato del partito “Diritto e Giustizia” (Pis) sia legato soprattutto a una grave sconfitta del partito che aveva governato negli ultimi otto anni: il partito di “Piattaforma Civica”. Quest’ultimo si trova in qualche modo in una crisi d’identità, e non è riuscito a dare quelle risposte che gran parte della popolazione chiede in materia di politiche sociali. La Polonia è un Paese che è cresciuto molto, anche durante la crisi, ma i ceti più popolari non sono mai stati interessati da questa crescita economica e da questo momento del benessere. Per questa ragione, delle istanze populiste, come quelle di Pis e del partito di Kaczynski, sicuramente hanno fatto breccia in chi è stanco soprattutto di avere una relativa disoccupazione giovanile e uno scarso riscontro a livello interno della crescita economica. Anche perché il grande elettorato, che una decina di anni fa votava per il partito di sinistra, ha voltato le spalle tanto alla sinistra quanto a “Piattaforma Civica”, andando verso “Diritto e Giustizia”, che ha politiche sociali molto marcate – relativamente populiste – ma molto presenti.

D. – La premier designata è Beata Szydlo. Perché è stata preferita lei piuttosto che l’uomo forte del partito, Kaczynski?

R. – Kaczynski, in questo modo, ha giocato la carta vincente che lo aveva premiato, anche facendo eleggere Andrzej Duda in maggio nelle elezioni presidenziali. Perché la sua è una figura molto divisiva, poco amata dalla Polonia, e che non sarebbe riuscita a fare breccia nella classe media, che invece ha attratto il Pis. Beata Szydlo sicuramente è una presenza più rassicurante: è una politica di lungo corso, ma non lunghissimo. Dal 2011 ha fatto parte del Pis, ritagliandosi un suo ruolo sicuramente importante. Allo stesso tempo, è un’ottima comunicatrice, non tanto dal punto di vista dei discorsi, quanto per il fatto di essere riuscita a rinnovare il partito, ad attrarre molti giovani e anche a portare il partito sui nuovi media, che sono stati una forte caratteristica della campagna elettorale del Pis.

D. – La vittoria della Destra euroscettica rafforza l’asse del cosiddetto “Gruppo Visegrad” – Repubblica Ceca; Slovacchia; Polonia; Ungheria – in polemica con Bruxelles su diverse tematiche. Cosa c’è da aspettarsi da questo punto di vista?

R. – La campagna elettorale del Pis, e anche le stesse esternazioni del Presidente Andrzej Duda, sono sempre state in favore a un ruolo più integrato nella Regione e meno filo-europeo “tout court”. Dal punto di vista della politica estera, in linea di massima le posizioni della Polonia cambieranno, anche se non in maniera radicale. Quello che cambierà sarà la politica interna: un rischio – o comunque una possibilità – è che si formi una maggioranza costituzionale capace di cambiare la Costituzione. E questa potrebbe essere una svolta eventualmente più autoritaria, che però non è comprovata al momento. 

D. – L’immigrazione sarà un altro di quei punti di frizione – molto caldi – con l’Europa, con il resto delle cancellerie europee...

R. – Sì, il governo Kopacz, che sarà tra poche ore demissionario, ha accettato la quota di rifugiati proposta dalla Commissione europea, a differenza di tutti gli altri Peasi del “Gruppo Visegrad”. Sicuramente l’accoglienza degli immigrati sarà un grosso problema, perché ci troviamo adesso davanti ad un governo che non ha più delle posizioni filo-europee...

D. – Però Varsavia resta comunque ancorata alla Nato...

R. – Questo assolutamente, anzi, il partito “Diritto e Giustizia” è tradizionalmente un partito molto più filo-atlanticista che filo-europeo. Tra gli obiettivi di lungo corso di politica estera del Pis c’è sempre stata ad esempio una base Nato in Polonia. La Polonia non cambierà assolutamente la sua posizione sull’Ucraina né si avvicinerà alla Russia. Anzi questa è una delle forti distanze che ci sono tra un futuro governo di “Diritto e Giustizia” e l’Ungheria di Orbán, che ha una propensione filo-russa tradizionalmente inaccettabile per qualunque governo polacco.








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