2015-10-25 11:30:00

Tanzania alle urne. Il futuro nell'istruzione per i giovani


Tanzania alle urne questa domenica per le elezioni generali. Due i principali candidati alla guida dello Stato: John Magufuli del Ccm, storico e principale partito del Paese, e Edward Lowassa, ex capo del governo, passato con il partito di opposizione Chadema. Massimiliano Menichetti ha parlato della situazione nel Paese, che sta vivendo una straordinaria crescita economica, con padre Angelo Dutto, missionario della Consolata appena rientrato dalla Tanzania, dopo 40 anni di attività nello Stato africano:

R. - C’è grande interesse per queste elezioni perché, per la prima volta, due partiti si fronteggiano quasi alla pari. Il primo partito è il Ccm, Chama cha Mapinduzi, il partito rivoluzionario e che dal ’77 ha tenuto il suo posto nel governo; l’altro è il Chadema, Chama Democracy, nato in questi ultimi anni, che raggruppa anche altri partiti minori e che adesso ha avuto un grande successo. Quindi, essendo quasi pari, un voto in più o un voto in meno farà la differenza.

D. - Qual è la sfida principale che dovrà affrontare il nuovo presidente?

R. - Quella della sanità e del lavoro. Avendo promesso molto, bisognerà anche mantenere molto.

D. - La Tanzania, in Africa, è uno dei Paesi più floridi: vede un tasso di crescita del 7 per cento…

R. - Siamo nel tempo del boom, veramente. Sono state fatte tante cose: ad esempio le strade; la capitale Dar es Salaam è ormai una selva di grattacieli, cosa che non si vedeva prima…

D. - In questo contesto, comunque, c’è chi denuncia una forte corruzione…

R. - E’ lo stesso governo e anche la Conferenza episcopale che la indicano come uno dei grandi problemi della Tanzania a tutti i livelli…

D. - Rimane il divario tra chi ha risorse e chi no?

R. - Il divario c’è: chi era povero prima, è più povero adesso; chi era già ricco prima, è più ricco adesso. In effetti la vita nei villaggi non è che sia cambiata moltissimo, anche se negli ultimi anni c’è stato un sforzo per portare l’elettricità, per portare l’acqua anche nei centri più sperduti. Però ancora c’è molto, molto lavoro da fare.

D. - In crescita, comunque, anche la scolarizzazione nel Paese?

R. - La scolarizzazione è molto alta. Il numero di universitari sta crescendo: pochi anni fa erano 70-80 mila, adesso sono più di 120 mila. Le università libere sono cresciute: all’inizio c’erano solo 2-3 università di Stato, questo fino a 15 anni fa; poi con la liberalizzazione ne sono nate tante e in questo momento nel Paese ci sono complessivamente 52 università.

D.- Qual è il ruolo della Chiesa in questo contesto?

R. - Contenere i danni e i rischi che ci sono in questo cambiamento in atto. La corruzione è uno dei temi; l’istruzione e la salute sono gli altri. I cristiani sono un terzo della popolazione, come un terzo sono i musulmani e un terzo gli animisti. In questo terzo cristiano, diciamo che il numero dei cattolici non è particolarmente rilevante; però la Chiesa si fa sentire su questi temi e non soltanto la Chiesa cattolica: sono stati firmati documenti assieme alle altre Chiese cristiane.

D. - Qual è l’auspicio per il futuro del Paese?

R. - La Tanzania è il suo futuro. Le industrie minerarie cominciano ad essere importanti. La Tanzania è la settima potenza per l’uranio in Africa; è ricca di carbone, è ricca di gas naturali, è ricca di ferro nella parte meridionale; ci sono anche oro, diamanti e altre pietre preziose. L’istruzione però è ciò che farà la differenza, perché un popolo che abbia una certa massa critica, ben preparata, è anche una sicurezza per l’andamento della vita pubblica.








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