2015-10-24 08:14:00

Caos Somalia, mentre migliaia di sfollati arrivano dallo Yemen


Spaccatura in Somalia per gli al-Shabab. Il leader spirituale, Abdul Qadir Mumin, avrebbe giurato fedeltà al cosiddetto Stato slamico. Dal 2012, questa e altre fazioni sono legate ad al-Qaeda. E mentre il Paese rimane frantumato dalla guerriglia dei gruppi tribali, in migliaia arrivano dal vicino Yemen dove continua il conflitto tra ribelli sciiti Houthi e la coalizione araba a guida saudita. Da Mogadiscio, Daniele Bellocchio:

Le vecchie vestigia del periodo coloniale italiano si alternano ai muri delle abitazioni sforacchiate dai colpi di kalashnikov e rpg. Gli oltre vent'anni di guerra sono visibili ovunque a Mogadiscio. Ogni casa porta i segni dei combattimenti, uomini armati viaggiano a bordo di pick-up su cui sono installate le mitragliatrici e gli sfollati interni sono oltre un milione. La Somalia è il luogo simbolo della dannazione in terra, ma oggi c'è chi vede nel Paese del Corno d'Africa una via di salvezza da un ulteriore conflitto. Sulle spiagge somale, infatti, sono sbarcati circa 30 mila yemeniti. Fuggono dagli scontri che sono in corso nello Yemen: a bordo di barconi attraversano il golfo di Aden e poi, una volta giunti sulle coste somale, vengono collocati nei campi profughi. Nella capitale Mogadiscio, oltre 500 famiglie yemenite vivono nella tendopoli che costeggia il lungo mare: neonati adulti e anziani condividono la miseria assoluta, la fame e le malattie. Mancano cibo e assistenza medica, ma abbonda la paura. C'è chi mostra le ferite riportate durante i bombardamenti, chi racconta di avere dei parenti in Germania che non sa come rintracciare e chi invece ha perso ogni familiare.

Tutti però sognano l'Europa, anche se l'unica certezza che hanno davanti a sé, ora, è il nuovo incubo dell'eterna guerra africana. Una realtà di morte e violenza che ben conoscono gli sfollati somali che vivono da anni nei campi disseminati nella capitale. Nel distretto di Abdaziz, c'è infatti chi abita tra lamiere e teli sdruciti da decenni, come Hassan Omar. E' un maestro coranico che non ha le risorse per fuggire dalla Somalia e quindi ha deciso di insegnare il vero islam alle nuove generazioni. Siede con le gambe incrociate in una baracca, che funziona da scuola, all'interno dell'area rifugiati. Centinaia di bambini lo ascoltano mentre spiega i pilastri della religione, perchè, come ha confidato lui stesso, ''in un Paese che ha conosciuto anni dittatura dell'eresia, tutto va ricostruito dalle fondamenta, anche la fede''.








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