2015-10-23 13:15:00

Migranti. Mons. Seitz: c'è crisi umanitaria ai confini Usa


“È fondamentale ricordare che abbiamo ancora una crisi umanitaria tra le mani e si deve fare di più. Dobbiamo rispondere alle esigenze di questi bambini e di queste famiglie, non per allontanarli o ostracizzarli, perché gli americani sono un popolo che prova compassione”. Lo ha affermato mons. Mark Joseph Seitz, vescovo di El Paso, Stati Uniti, che nel suo intervento di due giorni fa davanti alla Commissione del Senato per la Sicurezza interna e gli affari governativi ha riportato l’attenzione su un fenomeno migratorio mai interrotto: quello che porta decine di persone, minori e famiglie dall’America centrale verso gli Usa. Il presule, titolare della diocesi texana non lontana dal confine con il Messico, nella sua relazione ha sottolineato la necessità di “migliorare la risposta alle popolazioni vulnerabili dell’America centrale e al confine con gli Stati Uniti”.

La proposta: introdurre un sistema di controllo regionale
“Ricordiamo che è la Sacra Famiglia l’archetipo delle famiglie di profughi che vediamo oggi”, sono state le sue parole riportate dall’agenzia Fides. Il presule, che è anche consulente della Commissione sulle immigrazioni dell’episcopato locale e del Consiglio di amministrazione del "Catholic Legal Immigration Network", ha raccomandato anche l’introduzione di un sistema di controllo regionale che consenta ai minori e alle loro famiglie la possibilità di chiedere asilo in Messico e in altre nazioni della regione, cosa che attualmente non è possibile perché “non tutti i governi centroamericani sono in grado di proteggere del tutto i loro cittadini” e perciò spesso “il rischioso viaggio verso nord è visto come una strategia familiare per proteggere un bambino”.

Il dato: nel 2015 già 40 mila i minori arrivati negli Usa
Secondo i dati pervenuti all’agenzia Fides, dall’inizio del 2015 sono arrivati negli Stati Uniti ben 40 mila minori non accompagnati e più o meno è lo stesso il numero delle madri con bambini al seguito, in fuga dalle violenze della criminalità organizzata che imperversa soprattutto in Guatemala, El Salvador e Honduras. (R.B.)








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