“L’uccisione di due bambini dalit è stata un atto esecrabile. Come rappresentante dell’Ufficio della Conferenza episcopale per lo sviluppo dei dalit, ho partecipato, a fianco di altre associazioni cattoliche, alle manifestazioni della società civile per condannare la violenza ed esprimere solidarietà e sostegno ai dalit”: lo dice all’agenzia Fides padre Devasagaya Raj, segretario dell’Ufficio dei vescovi indiani dedicato alle questioni dei dalit e dei fuori casta.
I dalit vengono colpiti e uccisi proprio perché indifesi
Come riferisce l'agenzia Fides, i due bambini dalit sono stati arsi vivi nel villaggio
di Sunped, alla periferia di New Delhi, da alcuni appartenenti a una casta superiore
alla loro. Le vittime avevano due anni e nove mesi. Il sacerdote riferisce a Fides:
“Purtroppo non si tratta di un fatto isolato. Aggressioni come questa avvengono in
tutto il territorio indiano, a danno dei dalit più poveri, vulnerabili, deboli. Avvengono
per controversie private o in seguito a piccoli conflitti. I dalit vengono colpiti
e uccisi proprio perché indifesi e spesso questi omicidi restano impuniti”.
La Chiesa cattolica indiana è dalla parte dei poveri
“Abbiamo condannato il gesto: in futuro serve protezione e prevenzione per queste
comunità” osserva padre Devasagaya Raj. “La Chiesa cattolica in India è dalla parte
dei deboli, ha alzato la voce con il governo e nella società per la difesa e per la
dignità degli ultimi e degli emarginati”, conclude. Nell’omicidio dei piccoli, dopo
le proteste della gente locale, la polizia ha arrestato tre sospetti. Secondo le autorità
si tratta di un omicidio compiuto per vendetta, a causa di una vecchia faida. (P.A.)
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