2015-10-21 12:51:00

Mons. Hoser: cresce il consenso tra i Padri sinodali


Il Sinodo volge verso la sua conclusione. I tredici Circoli minori hanno presentato le loro Relazioni che mostrano un consenso crescente tra i Padri sinodali come afferma mons. Henryk Hoser, arcivescovo di Varsavia-Praga, quartiere storico della capitale polacca, intervistato da Paolo Ondarza

R. – La prima impressione è molto importante. Vediamo, infatti, la crescita dell’unità dei Padri sinodali, avviandoci verso la fine del Sinodo. Queste relazioni finali sono veramente ben preparate e mostrano anche la comunione dei pensieri, dei progetti e delle prospettive. Sembra che nella diversità delle situazioni concrete, vissute nei differenti Paesi e continenti, si veda qualcosa che ci riunisce nella dottrina della fede e nella pratica pastorale in conformità con questa dottrina. Mi sembra che la conclusione del Sinodo sarà molto utile a noi tutti e anche al Santo Padre per preparare un documento finale, che abbia le specificità del documento magisteriale.

D. – Sembra delinearsi un Sinodo che lascia aperte tante questioni. Se ne è dibattuto, ma evidentemente tre settimane sono poche per andare fino in fondo a queste questioni. Quindi è un cammino che prosegue: in che direzione, in che modo?

R. – Penso che siamo molto più uniti adesso nelle soluzioni pratiche della vita pastorale, in punti come per esempio l’accompagnamento delle famiglie, anche in casi difficili. La soluzione avviene nel rispetto delle situazioni delle coppie risposate dopo la dissoluzione del loro matrimonio sacramentale e così via. Mi sembra che le soluzioni saranno recepite con soddisfazione e con una grande unità della Chiesa.

D. – Tante le questioni affrontate, non solo quelle che hanno avuto la prima pagina dei giornali in questi giorni, come la ricca visione cristiana della sessualità, il valore della continenza, le donne che hanno subito violenza e che fanno nascere i figli di questa violenza, i mariti impoveriti dalle separazioni, le convivenze, le famiglie con all’interno persone omosessuali, ma non solo, gli elementi positivi all’interno delle famiglie. Insomma, tante questioni che effettivamente hanno avuto poco spazio …

R. – Poco spazio e poco tempo. Ma mi sembra che il cambiamento importante che abbiamo vissuto sia la necessità della focalizzazione della nostra pratica pastorale sulla famiglia come centro della nostra preoccupazione e soprattutto sulle famiglie in situazioni difficili nel mondo di oggi. Abbiamo l’obbligo di vivere e stare con loro, in prossimità, dando un aiuto effettivo.

D. – E’ una sfida che la Chiesa è chiamata a raccogliere e che coglierà insieme in un’azione comune in tutti i Paesi del mondo?

R. – Abbiamo sottolineato molto la soggettività della famiglia, nel senso che è soggetto dell’evangelizzazione: non solo oggetto della pastorale, ma è soggetto della nuova evangelizzazione. Perché la famiglia, comunque, è la Chiesa domestica, la Ecclesia in miniatura. E allora questa Chiesa bisogna rinforzarla, bisogna risvegliarla e inviarla nel mondo.








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