2015-10-17 12:42:00

I 50 anni del Sinodo: le relazioni dai 5 continenti


Ad introdurre la commemorazione per i 50 anni del Sinodo, nell'Aula Paolo VI in Vaticano, numerose relazioni di porporati e presuli provenienti da ogni parte del mondo. Il servizio di Isabella Piro:

Card. Baldisseri: tema famiglia, grande attualità per la Chiesa
“Un segno della presenza di Cristo tra noi, perché è destinata a tenere accesa e splendente la fede, la sua luce nelle tenebre del nostro secolo”.

Così Paolo VI, nel 1965, definiva il Sinodo, istituito con il Motu proprio “Apostolica sollicitudo”. A distanza di cinquant’anni, l’organismo non ha perso vitalità, anzi: come spiega l’attuale segretario generale, card. Lorenzo Baldisseri, ad oggi sono state 27 le Assemblee sinodali svoltesi, compresa quella in corso. 14 Assemblee Generali Ordinarie, 3 Assemblee Generali Straordinarie, 10 Assemblee Speciali. Si tratta di “un cammino unitario e coerente”, sottolinea il porporato, “strumento privilegiato per l’attuazione e la recezione del Concilio Vaticano II, in vista del rinnovamento pastorale della Chiesa e del suo dialogo con il mondo contemporaneo”:

“È rilevante che ben tre delle 27 Assemblee sinodali si siano concentrate sulla famiglia: una scelta di grande attualità per la Chiesa e per il mondo contemporaneo. Come Vostra Santità ci ha recentemente ricordato, il respiro mondiale» del Sinodo dei Vescovi ben corrisponde alla portata universale di questa comunità umana fondamentale e insostituibile che è appunto la famiglia”.

Card. Schönborn: Sinodo guardi al modello del Concilio di Gerusalemme
Poi, spazio alla relazione introduttiva del card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, che si sofferma, in primo luogo, sulla metodologia del Sinodo: “Sinodo” significa “cammino insieme” – sottolinea – e “metodo” viene da “metodo”, ovvero “via verso qualcosa”.  Per questo, il metodo è del tutto decisivo se si vuole che il Sinodo -organo consultivo e non deliberativo - abbia buon esito, ed i dibattiti su di esso non sono questioni secondarie. Il modello da seguire, allora, sarà quello del Concilio degli Apostoli a Gerusalemme, in cui si verificò quello che, secoli dopo, Papa Francesco ha definito “parlare con parresia ed ascoltare con umiltà”.

Discutere apertamente, ma ascoltare l’agire di Dio
Per questo, sottolinea l’arcivescovo di Vienna, non bisogna temere le discussioni, basta guardarle con il giusto discernimento, per riconoscere ciò che il Signore ha già deciso. D’altronde, continua il porporato, al Concilio di Gerusalemme non si scrissero “perizie e controperizie” teologiche, ma si discusse apertamente. Anche oggi, quindi, è normale che un Sinodo sul tema “matrimonio e famiglia” susciti in tutta la Chiesa “un intenso dibattito teologico” che va visto come “un vero guadagno per lo sviluppo organico della dottrina della Chiesa”. Ma di fronte a certi accanimenti ed inasprimenti del dibattito odierno, il card. Schönborn invita ancora una volta a guardare al modello del Concilio degli Apostoli: ascoltare nel cuore l’agire di Dio. Non spiegare trattati teologici, dunque, non teorizzare astrattamente, ma accogliere nel cuore la volontà del Signore.

Tre parole-chiave del Sinodo: missione, testimonianza, discernimento
Tre, allora, le parole-chiave dell’essenza sinodale: missione, testimonianza, discernimento. La prima, spiega il porporato, riguarda la capacità di promuovere la vita della Chiesa e l’entusiasmo della sua missione perché “è bello, quando il risultato di un Sinodo incoraggia i fedeli!”.  La seconda implica il parlare in modo meno astratto e distaccato per raccontare, invece, l’esperienza dell’agire di Dio. Non restare, quindi, al “si potrebbe” e “di dovrebbe”, ma parlare in modo personale delle esperienze personali di missione.

Sinodo non è compromesso politico, ma dono dello Spirito
Infine, il discernimento della volontà e della via di Dio:

“Discussioni accese, liti addirittura, e l’intenso disputare fanno naturalmente parte del cammino sinodale. Già a Gerusalemme fu così. Ma lo scopo dei dibattiti, lo scopo dei testimoni è il discernimento comune del volere di Dio. Anche quando si votano delle proposte da affidare al Santo Padre, non si tratta di lotte di potere, di formazioni di partiti (di cui poi i media con piacere riferiscono), ma di questo processo di formazione comunionale del giudizio, del discernimento, come lo abbiamo visto a Gerusalemme. L’esito, infatti, non è un compromesso politico su un minimo comune denominatore, bensì questo “valore-aggiunto”, questo plusvalore che dona lo Spirito Santo, così da poter dire, a conclusione: “Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi” (At 15, 28).

Europa. Card. Nichols: Sinodo aiuta ad uscire da “eurocentrismo”
Quindi, la commemorazione lascia la parola alle cinque Relazioni continentali, con cui cinque presidenti di Conferenze episcopali spiegano l’importa e l’influenza del Sinodo su Europa, Asia, Africa, America ed Oceania. Per l’Europa, parla il card. Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, nel Regno Unito, che sottolinea:

“Le Assemblee ed il lavoro del Sinodo dei vescovi hanno contribuito a superare la nostra visione eurocentrica nel mondo ed anche nella Chiesa”.

La sfida della migrazione
È proprio grazie al Sinodo, infatti, che si può apprezzare la missionarietà della Chiesa in Giappone, l’eroismo di quella in Chiesa in Cina, i cui vescovi sono forzatamente assenti all’Assemblea, i conflitti che affliggono la Chiesa in alcuni Paesi dell’Africa e la vitalità delle tradizioni teologiche in Sud America. Poi, il card. Nichols ricorda le due Assemblee sinodali speciali dedicate all’Europa, nel 1991 e nel 1999 e la visione di Giovanni Paolo II di un continente che respirasse “con due polmoni”, est ed ovest. Quell’impegno all’evangelizzazione continua ancora oggi, ribadisce il porporato, dall’Atlantico fino agli Urali, anche a causa di nuove sfide, come quella della migrazione, che vede arrivare in Europa popoli in fuga da guerre, violenze e povertà:

“L’Unione Europea sta affrontando questioni e tensioni critiche, soprattutto la tentazione di diventare una città fortificata, mirata a proteggere se stessa ed i propri beni e confort materiali, ottenuti, naturalmente, da ogni parte del mondo”.

Ma il card. Nichols ricorda anche “lo tsunmani” culturale della teoria del gender e ribadisce l’importanza della famiglia, prima testimone della fede nella società, primo laboratorio della fede, prima maestra di umanità per ogni persona, esortando l’Europa ad affrontare queste nuove sfide.

Africa. Mons. Madega: prima di intraprendere nuove vie, guardare al passato
Quindi, spazio all’Africa, rappresentata da mons. Mathieu Madega Lebouakehan, vescovo di Mouila, in Gabon, il quale si sofferma sulla “esperienza di cattolicità” offerta dal Sinodo:

“Il punto culmine dei Sinodi è sempre la manifestazione reale della collegialità tra i membri del collegio episcopale col Sommo Pontefice e tra di loro, dopo uno scambio fraterno e fruttuoso di notizie ed esperienza, nell’ascolto reciproco”.

L’auspicio odierno, spiega il presule, è che prima di intraprendere una nuova via, si possa ripercorrere il cammino già fatto, per fare memoria di quanto accaduto. Non è un caso, infatti, che la prima Assemblea generale ordinaria del 1967, aveva per tema ‘‘La preservazione e il rafforzamento della fede cattolica, la sua integrità, il suo vigore, il suo sviluppo, la sua coerenza dottrinale e storica”.

Amrerica. Card. Ezzati: Chiesa in uscita verso periferie esistenziali
Poi, è la volta dell’America, in particolare dell’America Latina, raccontata dal card. Ricardo Ezzati Andrello, arcivescovo di Santiago del Cile. Il porporato ricorda il primo Sinodo speciale dei vescovi per l’America, svoltosi nel 1997, che rilanciò il cammino per l’evangelizzazione e la solidarietà nel continente. Quindi, nel 2007, la quinta Conferenza generale dell’Episcopato latinoamericano, alla presenza di Benedetto XVI e con l’allora card. Bergoglio presidente della Commissione per la redazione del documento finale, che rilanciò la dimensione missionaria e pastorale della Chiesa del continente.

Gli echi di quella Conferenza si ritrovano, anni dopo, nell’Esortazione apostolica “Evangelii Guadium” di Papa Francesco che – spiega il card. Ezzati – “ha suscitato una nuova forza evangelizzatrice in America Latina, concentrandola sugli invisibili della società e nelle periferie geografiche ed esistenziali, verso le quali bisogna uscire”.

Asia. Patriarca Sako: dare nuovo impulso a pastorale familiare
A portare la voce dell’Asia in Aula Paolo VI è, poi, il Patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphael Sako: i Sinodi, dice, devono dare un senso alla vita dei fedeli, che hanno tanto bisogno di speranza, soprattutto nel contesto asiatico, dove la società musulmana non facilita il cambiamento. Di qui, l’appello di queste “piccole Chiese” ad essere “aiutate e non isolate o emarginate” e la sottolineatura a lavorare sulla formazione dei sacerdoti, religiosi e fedeli per realizzare “una casa comune” in cui tutti possano integrarsi ed amarsi da veri cristiani. Per questo, dice il Patriarca Sako, è necessario uno spirito di aggiornamento:

“È necessario formulare nuove leggi adatte ai nostri tempi e fedeli. Spero che oggi il Sinodo sulle famiglie ci darà un impulso per una nuova pastorale familiare. Il concetto della sinodalità sia integrato nella vita e spiritualità della Chiesa, insieme al principio della sussidiarietà per un continuo aggiornamento e rinnovamento nella Chiesa”.

Oceania. Card. Mafi: Sinodo incoraggia ed arricchisce
Infine, è la volta del card. Soane Patita Mafi, vescovo di Tonga, “il cardinale bambino”, come lo definisce Papa Francesco, data la sua giovane età. Nelle sue parole, la sottolineatura della connessione della Chiesa dell’Oceania con la Chiesa universale e l’impatto che il Sinodo, negli ultimi cinquant’anni, ha avuto su di essa, incoraggiandola ed arricchendola. Il card. Mafi si sofferma, poi, su alcune sfide particolari dall’esito positivo, come la stesura di linee-guida per i casi di abusi su minori, perpetrati da alcuni membri della Chiesa, o la questione dei richiedenti asilo. Lo spirito della Chiesa in Oceania rimane, così – conclude il porporato – quello della comunione, in risposta alla chiamata ad una nuova evangelizzazione.

50 anni dopo, il cammino continua
Il Sinodo, dunque, compie cinquant’anni, ma il suo cammino prosegue. Non a caso, ad accompagnare la sua commemorazione in Aula Paolo VI, sono le voci dei bambini del Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna. Perché il Sinodo cammina anche insieme a loro.








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