2015-10-15 13:21:00

Asia Bibi in isolamento, nuove minacce di morte


Asia Bibi, la donna cristiana pakistana nel braccio della morte dal 2010 per blasfemia, è stata messa in isolamento per garantirne la sicurezza e una maggiore tutela, viste le sue precarie condizioni di salute. Purtroppo il suo non è un caso isolato in Pakistan: nel 2014 nel Paese sono stati ben 1400 i casi di accusa per blasfemia e negli ultimi giorni, nella provincia del Punjab, si sono verificate nuove violenze e nuovi arresti di cristiani accusati falsamente. Proprio qui, con un’ordinanza parlamentare, è stato tolto il diritto di voto alle minoranze per le prossime elezioni previste tra due anni. Al microfono di Roberta Barbi, fa il punto sulla situazione il prof. Mobeen Shahid, docente di Storia e del pensiero islamico presso la Pontificia Università Lateranense e segretario dell’Associazione Pakistani cristiani in Italia:

R. - Asia Bibi è stata minacciata dopo la conferma della sentenza di morte da parte della Corte Suprema per Mumtaz Qadri, che ha ucciso il governatore Salman Taseer, e questo solo perché ha commentato che la legge sulla blasfemia è una legge nera, che sta facendo vittime innocenti nella società pakistana.

D. – Di recente sono emerse preoccupazioni sulle condizioni di salute e psicologiche della donna…

R. – Il problema della salute di Asia Bibi è legato al suo isolamento, è legato al fatto che tutti questi anni è sempre sola e continua a vivere in uno stato di stress, non ha neanche potuto partecipare ai matrimoni di suo figlio e di sua figlia… è sempre in prigione. L’ultima volta è potuto andare solo suo padre a visitarla. Ma questa distanza ha avuto anche una forte influenza sulla salute psicologica! A livello di sicurezza ha tutto, l’unica cosa è che ormai è debole anche a livello psicologico e non sa come andrà a finire la sua vicenda. Ho la certezza, da parte del marito e del tutore Mushtaq, che è stato provveduto, nel momento necessario, anche a un medico dell’ospedale militare, che in Pakistan rappresenta la migliore cura possibile, perché i medici militari hanno studiato anche nei Paesi europei e sono molto ben preparati.

D. – La famiglia di Asia Bibi ha chiesto il trasferimento in una prigione di Lahore. Questo è fattibile secondo lei?

R. – Certo, sarebbe meglio se venisse spostata nella prigione di Lahore, perché così almeno la famiglia potrebbe anche visitarla più spesso e darle anche un sostegno psicologico in questo periodo di attesa per l’udienza. È strano che ancora non sia stata fissata un’udienza da parte della Corte Suprema.

D. – Nel luglio scorso un tribunale pakistano aveva sospeso la sentenza di condanna a morte in attesa di un riesame da parte della Corte Suprema: a che punto è questo provvedimento?

R. – La sua condanna ha questa storia: la prima condanna fu della prima corte, quella di primo livello; poi l’appello fu fatto presso l’Alta Corte di Lahore - perché in Pakistan ci sono quattro regioni e ogni regione ha un’Alta Corte regionale, e questo sarebbe il secondo grado - il terzo grado, che è il livello più alto, è la Corte Suprema. Per cui non è che ha sospeso la condanna a morte, anzi, l’Alta Corte di Lahore ha confermato la condanna a morte di Asia Bibi, ora l’appello è presso la Corte Suprema, ma ovviamente la Corte Suprema del Pakistan ha le sessioni in ogni regione e quindi a livello regionale, nei capoluoghi, c’è anche la sessione della Corte Suprema. Ora, l’appello dal luglio scorso è presso la Corte Suprema, in attesa dell’udienza. Purtroppo ancora non c’è una data per l’udienza.

D. – Per paura di ritorsioni la famiglia di Asia Bibi vive da anni in clandestinità…

R. – Sì, in realtà vive in semi-clandestinità, anche perché due dei figli di Asia Bibi si sono sposati e tutto è successo in mezzo ai parenti e ai vicini…  Ovviamente ai figli manca la madre e loro vorrebbero averla fra loro, ma purtroppo finora non è stato possibile a causa proprio delle due conferme di condanna, sia da parte del tribunale di primo livello che da parte dell’Alta Corte di Lahore.








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