“Negli ultimi tempi, su scala mondiale, senza eccezione per il continente europeo, si è testimoni di come il rispetto per la libertà religiosa viene compromesso per una serie di cause e si assiste altresì a un preoccupante peggioramento delle condizioni di tale libertà fondamentale, che in diversi casi ha raggiunto il grado di una persecuzione aperta, in cui sempre più spesso i cristiani sono le prime vittime, benché non le sole”. Lo ha detto l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, intervenendo ieri a Roma, alla conferenza annuale dell’Accademia internazionale per lo sviluppo economico e sociale intitolata “Libertà religiosa, sicurezza e sviluppo in Europa”.
Contro libertà religiosa: fondamentalismi e Stati non democratici
Per mons. Gallagher - riferisce l'agenzia Sir - “fattori determinanti di queste situazioni
allarmanti sono certamente riconducibili al diffondersi dei fondamentalismi e al permanere
di Stati autoritari e non democratici”. Inoltre, “in molti Paesi di antica tradizione
democratica la dimensione religiosa tende a essere vista con un certo sospetto sia
a causa delle problematiche inerenti al contesto multiculturale, che per l’affermarsi
inesorabile di una visione secolarista, secondo cui le religioni rappresenterebbero
delle visioni tradizionali dell’uomo e della società in diretta competizione con la
piena affermazione dei diritti dell’uomo”.
Intolleranza e forme di discriminazioni anche in Europa
“Negli ultimi tempi in Europa si nota una crescita inquietante di forme di intolleranza
ed episodi di discriminazione, a volte anche latenti, nei confronti dei cristiani”,
ha denunciato mons. Gallagher. Non solo: sempre in Europa “le autorità civili non
sempre riconoscono alle comunità religiose il ruolo di interlocutori, al contrario
di quanto avviene, ad esempio, per le organizzazioni della società civile. Inoltre,
nel contesto di una società secolarizzata, pare non sempre facile per le autorità
pubbliche cogliere la singolarità del contributo che le comunità religiose possono
offrire per il mantenimento della coesione tra le varie componenti sociali, favorendo
a tal fine un dialogo aperto e rispettoso”. D’altra parte, “la dimensione religiosa”
continua a “essere punto di riferimento esistenziale per milioni di persone nel continente
europeo”.
La libertà religiosa un dovere delle istituzioni
Per mons Gallagher appare perciò “intrinsecamente contraddittorio chiedere la libertà
per tutti e in nome di tale libertà negarla ad alcuni gruppi. Deve, dunque, essere
un dovere precipuo per le istituzioni contrastare ogni forma di discriminazione basata
sull’orientamento religioso, ma anche, in prospettiva positiva, promuovere e proteggere
la libertà religiosa allo stesso modo e con tutti gli strumenti impiegati per la difesa
di ogni altro diritto fondamentale”. (R.P.)
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