Aperta a Francoforte la 67.ma edizione della Fiera del libro: oltre 7mila gli espositori, provenienti da 100 Paesi. Alla Buchmesse partecipa anche la Libreria Editrice Vaticana. Sulla presenza della Lev Sergio Centofanti ha sentito il direttore, don Giuseppe Costa:
R. – Innanzitutto, si presenta con uno stand molto elegante che attira l’attenzione di chi passa. Lo stand mostra, tra l’altro, alcuni quadri della collezione di arte moderna dei Musei Vaticani e anche questo è motivo di godimento per i passanti. In fondo, la Buchmesse è una grande vetrina internazionale dove si fa vedere la parte migliore dell’editoria. Noi abbiamo portato i titoli stampati quest’anno, anche se in realtà esponiamo soltanto 400 titoli del nostro intero catalogo. Abbiamo cominciato i colloqui con gli editori; riceviamo ognuno di loro ogni venti minuti, mezz’ora.
D. – Quali sono i principali titoli Lev esposti?
R. – Abbiamo tutta la nostra produzione: chiaramente spingiamo, in particolare, per i libri che raccolgono l’insegnamento del Papa. Il volume “La famiglia genera futuro” è stato già preso da “Parole et Silence” e da “Principia”. Quindi si aggiungeranno anche altre lingue alle edizioni che abbiamo già venduto in inglese, spagnolo ... C’è poi un’attenzione particolare agli interventi speciali del Papa: si tratta dei volumi che selezionano, per esempio, gli interventi del Santo Padre nei riguardi dei carcerati o quelli di indirizzo politico. Insomma, c’è tanta curiosità e attenzione per i testi del Santo Padre. C’è attenzione anche ai testi che riguardano le testimonianze: c’è molta curiosità per esempio sul Diario del cardinale Pericle Felici, pubblicato a cura di mons. Marchetto, venduto a un editore francese. Molta attenzione è rivolta alle testimonianze e alla vita spirituale in genere: ciò soprattutto da parte degli editori d’Oltralpe.
D. – Come va, sul piano internazionale, l’editoria?
R. – L’editoria continua ad essere in un momento di stasi. All’inizio, l’avvento dell’e-book aveva finito con il creare alcune paure. Ora sembra invece che lo sviluppo dell’e-book sia piuttosto fermo, sia in Italia che negli Stati Uniti, dove si era arrivati già al 30-40% di diffusione. A livello internazionale c’è una rinnovata attenzione sui contenuti e sui valori: gli editori sperano di poter controllare lo stesso sviluppo tecnologico con una editoria che si serve non soltanto del cartaceo, ma anche della vasta gamma dell’elettronica, che va dall’e-book alle App e alle altre piattaforme, però senza avere la paura che il cartaceo finisca.
D. – Il libro resiste…
R. – Sì, certamente, però resiste il libro di qualità. C’è da dire che un po’ tutti gli editori, compresa l’editoria cattolica - anche se ha una presenza quest’anno leggermente minore – hanno ottime pubblicazioni dal punto di vista grafico, estetico. E c’è anche una maggiore selezione dei contenuti. Insomma, la produzione medio-alta dà ancora grande spazio al libro e assicurerà a quest’ultimo certamente una lunga vita!
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