2015-10-12 13:00:00

P. Zollner: Francesco chiede di fare tutto il possibile contro gli abusi


La Pontificia Commissione per la tutela dei minori si è riunita dal 9 all’11 ottobre a Roma. E’ la seconda riunione Plenaria dell’organismo, voluto da Papa Francesco. La prossima riunione avverrà a febbraio 2016. La Plenaria - informa un comunicato della Commissione - è iniziata, il 9 ottobre, con la partecipazione alla Messa mattutina celebrata dal Papa a Casa Santa Marta. Il servizio di Alessandro Gisotti:

I membri della commissione, presieduta dal card. Sean O’Malley hanno concentrato i lavori sui rapporti presentati dai Gruppi di lavoro, costituiti nel febbraio scorso. Tra i temi affrontati da questi Gruppi: le linee guide per la tutela e la protezione dei minori, il sostegno alle vittime e alle loro famiglie, la formazione dei sacerdoti e dei religiosi. I membri della Commissione - si legge nel comunicato - hanno preso parte a conferenze e seminari sulla protezione dei minori, in Irlanda, Regno Unito, Francia, Nuova Zelanda, Isole del Pacifico e recentemente nelle Filippine dove hanno partecipato 76 vescovi. Il prossimo mese, i membri della commissione avranno un incontro con tutti i presuli del Centro America. Nel comunicato viene sottolineata la risposta positiva da parte di quanti hanno partecipato alle iniziative della Commissione di cui si evidenzia, in particolare, il contributo per le Chiese locali nel continuare a sviluppare delle linee guida efficaci nella protezione dei minori.

Sull’impegno della Chiesa contro la pedofilia e l’incoraggiamento di Papa Francesco a proseguire l’impegno per la protezione dei bambini, Alessandro Gisotti ha intervistato il padre gesuita Hans Zollner, membro della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, che ha incontrato il Pontefice il 9 ottobre scorso al termine della Messa a Casa Santa Marta:

R. – Una cosa che mi ha colpito molto è che nel luglio dello scorso anno il Santo Padre aveva ricevuto a Santa Marta sei vittime di abuso, li aveva ascoltati tutta la mattinata, una persona dopo l’altra: quello che mi ha colpito e mi ha commosso è  che – senza che io avessi fatto alcun cenno particolare – lui stesso mi ha parlato delle due persone provenienti dalla Germania, che io avevo accompagnato nell’incontro con lui; lui si riferiva specialmente a queste due persone ed ha anche fatto riferimento al fatto che sta pregando per loro. Questa è veramente una cosa molto grande, molto commovente, che fa vedere come il Santo Padre sia molto empaticamente, molto vicino alla sofferenza delle vittime. Questo è un segno molto bello e molto buono, e può essere anche un modello per i vescovi, per i superiori religiosi ad aprire le loro case, ma anche il loro cuore, per ascoltare e per dare spazio all’espressione di quella sofferenza che molti di loro hanno dovuto sopportare per anni e per decenni da soli, con grande solitudine, con grande tristezza e con il senso che la Chiesa non aveva dato loro ascolto. Dunque il Santo Padre, direttamente e indirettamente, ha veramente incoraggiato tutti noi ad affrontare questa sofferenza, a lasciarla entrare nella nostra preghiera e nei nostri cuori, cercando di fare tutto questo affinché le persone possano continuare un cammino di guarigione.

D. – Quali sono, secondo lei, le cose più importanti che sono emerse da questa riunione della Commissione per la tutela dei minori?

R. – Una cosa importante – e certamente molto bella – è che abbiamo potuto constatare che tanto lavoro è stato fatto dai gruppi di lavoro: questi gruppi dovevano occuparsi di certe tematiche individuate nell’incontro dello scorso febbraio. Abbiamo sentito dai vari leader e rappresentanti dei gruppi che si è fatto tanto… Questo era proprio quello che volevamo fare con questa suddivisione in gruppi, potendo contare sulla conoscenza, sull’esperienza e sulle relazioni che i membri di questi gruppi potevano mettere a disposizione di tutta la Commissione.

D. – La Commissione, i membri della Commissione hanno preso parte a conferenze e seminari in diversi Paesi in questi mesi: colpisce in particolare l’incontro nelle Filippine con ben 76 vescovi... Che tipo di risposta state avendo da questi incontri?

R. – Il risultato è veramente straordinario. In poco tempo la Conferenza delle Filippine ha deciso di mettere su un Segretariato - una Commissione, se si vuole … - a livello nazionale, che possa assistere alle diocesi, soprattutto a quelle più piccole e che non hanno il personale per fare tutto questo lavoro, sia nella pianificazione della prevenzione, sia anche riguardo alle questioni giuridiche e canoniche che devono essere seguite. Io sono rimasto molto colpito dall’apertura, dall’atteggiamento di accoglienza personale, ma certamente anche di tutte le questioni connesse che abbiamo presentato e che abbiamo discusso con grande franchezza e anche con grande concretezza. E come si vede ha portato ad un risultato evidente, molto incoraggiante e dove si vede che una Conferenza episcopale – tra l’altro del Paese cattolico più importante di tutta l’Asia – si prende veramente a cuore questa tematica. Questo è un qualcosa che può veramente servire come modello anche per altri Paesi.

D. – Il prossimo mese i membri della Commissione incontreranno i vescovi del Centroamerica. Ecco, c’è una continua attenzione, che aumenta anche, da parte delle Chiese locali rispetto al lavoro della Commissione…

R. – Senz’altro ed è un altro segno molto incoraggiante. Una marea di cose si fanno! Attualmente veniamo invitati a testimoniare, ad assistere, a dare delle consulenze a vari livelli (dal livello di diocesi e di congregazioni fino al livello di conferenze episcopali stesse). Questo fatto che veniamo invitati dice molto dell’attenzione crescente in tutte le parti, specialmente in quelle parti in cui finora il tema degli abusi e della loro prevenzione veramente non è stato di primo interesse, né nella società in genere né nella Chiesa. Questo fatto è dovuto certamente anche alla Lettera del Santo Padre del 2 febbraio scorso, indirizzava ai presidenti delle Conferenze episcopali e ai Superiori Maggiori delle Congregazione religiose e degli Ordini, in cui si invitavano a collaborare con la Commissione.








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