2015-10-10 19:55:00

La Caritas su Renzi: va bene aiutare bimbi poveri, sia primo passo


Il premier Renzi ha detto che nella Legge di Stabilità il governo farà un intervento ad hoc per i bambini sotto la soglia di povertà. Alessandro Guarasci ha intervistato responsabile area nazionale della Caritas Giuseppe Marsico:

 

R.: Indubbiamente questa affermazione del primo ministro va nella direzione del punto della strutturalità, vale a dire una misura che  prende in carico le famiglie. Io immagino che il primo ministro Renzi parli delle famiglie con minori in povertà e quindi di famiglie povere. E’ chiaro che questo è un primo passo; mancano gli altri aggettivi: universale ed evidentemente incrementale. Se fosse un primo passo, però, definito già da adesso, dall’inizio, in questa Legge di Stabilità, si comincia con le famiglie povere con figli e poi si continua, questo sarebbe comunque un passo in avanti molto rilevante per la storia delle politiche sociali di questo Paese.

D. – Secondo lei tra la classe politica c’è voglia di cambiare, di voltare pagine nella lotta alla povertà? Ricordiamoci che l’Italia è l’unico Paese, assieme alla Grecia, a non avere uno strumento ad hoc per combattere la povertà…

R. – Guardi, qualche giorno fa, noi abbiamo presentato un rapporto sulle politiche di contrasto alla povertà e abbiamo suscitato qualche polemica perché abbiamo riconosciuto ad una forza politica italiana, il Movimento 5 Stelle, questo tipo di attenzione. Io credo che complessivamente il mondo politico sia consapevole che la crisi lascia una condizione di povertà drammatica, perché dal 2007 al 2015 si è raddoppiata la povertà assoluta nel nostro Paese, secondo i dati Istat. Quindi io credo che la consapevolezza sia molto più diffusa di quanto non lo fosse 5-7 anni fa. L’eventuale importanza di questa misura è, appunto, quella di cominciare a segnare un primo passo in questa direzione. Spesso la classe politica, ossessionata ovviamente e anche giustamente  dalla questione dei conti della finanza pubblica in grave affanno, fa fatica a prendere un impegno duraturo. Su questo credo che si debba lavorare e continuare ad insistere, perché la povertà altrimenti rimane lì dov’è. Quindi non si combatte effettivamente.

D. – Però il tema è sempre lo stesso: non ci sono le risorse. Dove si può e si deve intervenire, secondo lei?

R. – C’è una preoccupazione sicuramente della classe politica di questo governo a tenere in ordine i conti; c’è una preoccupazione per rilanciare l’economia. Noi sosteniamo che anche la lotta alla povertà è una misura che rilancia l’economia, almeno sui territori, perché evidentemente fornisce reddito a ceti che altrimenti sarebbero condannati a non poter consumare neanche beni e servizi essenziali. 








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