2015-10-08 10:40:00

Testimonianza di un vescovo vietnamita: vivere famiglia come sogno di Dio


La ricchezza che la Chiesa può offrire alle famiglie in difficoltà è mostrare loro che in Cristo, morto e risorto, ogni croce può essere affrontata. Lo dimostrano le tante storie di coppie che dopo un periodo di separazione e sofferenza si sono rialzate riprendendo il loro cammino insieme. La fede – spiega il padre sinodale vietnamita mons. Joseph Đinc Duc Dao, vescovo coadiutore di Xuân Lôc – aiuta l’uomo contemporaneo a non fuggire di fronte alla sofferenza, ma a condividerla con la comunità ecclesiale. Ascoltiamo il presule nell’intervista di Paolo Ondarza:

R. – Le difficoltà ci sono sempre, in tutti i tempi e in tutti i luoghi. La novità che la Chiesa proclama è che in mezzo a tutte queste difficoltà c’è la presenza di Dio che è venuto per portare la sua forza, la sua luce affinché le famiglie, con il suo aiuto, possano affrontare queste difficoltà con dignità. Ma a volte, le difficoltà sono anche una missione che Dio chiede di saper affrontare con il suo Spirito, guardando a  Cristo crocifisso che sulla Croce ha salvato il mondo. Quindi è possibile trasformare le sofferenze in grazia, in salvezza per l’umanità intera.

D. – C’è il rischio che di fronte alle difficoltà si scelga la via della fuga, mentre – come lei sta dicendo – la difficoltà può essere affrontata alla luce della Croce che salva?

R. – Naturalmente, in tutti i tempi c’è sempre la tentazione di cercare le cose più facili. Oggi, nel nostro mondo, la tendenza è sempre cercare la facilità: quindi si dimentica il messaggio fondamentale del cristianesimo. L’Amore è l’amore che si esprime soprattutto nel contesto della sofferenza: quando si ama si accetta anche la sofferenza, per amore.

D. – Sofferenza come parte della vita umana e quindi anche come parte della vocazione al matrimonio, che non vuol dire “scelta della sofferenza”, ma piuttosto incontrare la sofferenza e portarla con Cristo …

R. – L’importante è ricordare che Cristo è venuto non per eliminare la sofferenza, ma insegna a trasformare la sofferenza in vita, in forza!

D. – Dunque, lei sta facendo un appello alla fede: oggi c’è debolezza nella fede?

R. – Sì: si vedono molti segni della mancanza di fede, però allo stesso tempo ci sono molti segni di fede. Tante famiglie in difficoltà vivono in pace, in speranza, in gioia grazie alla loro fede. Diverse famiglie in tutto il mondo, parlo naturalmente del Vietnam: tante famiglie vivono nella fede e trasmettono la fede ai loro figli. A volte corrono il rischio di perdere anche il lavoro per poter conservare la loro fede e trasmettere la fede ai loro figli: e questa è la forza della Chiesa in Vietnam!

D. – La Chiesa è il luogo in cui la gioia e anche il dolore possono essere condivise …

R. – Grazie a Dio, la nostra cultura ha un carattere comunitario, quindi si vive la fede non soltanto nell’ottica individuale, ma anche in comunità, in famiglia, in parrocchia. La parrocchia in Vietnam è una realtà molto viva: c’è una connessione molto intima tra famiglia e parrocchia, e questa è la forza della Chiesa. I cristiani vivono la loro fede come gioia, come entusiasmo e servizio, grazie a queste due realtà comunitarie: famiglia e parrocchia.

D. – Gioia e sofferenza, due dimensioni della vita familiare …

R. – Nello stesso momento in cui si vive la sofferenza, si esprime la gioia. Conosco, per esempio, un mio lontano parente che ha un cancro e soffre molto a causa di questo tumore. Nel momento della sofferenza grida, ma dopo chiede a tutti i familiari di pregare per lui affinché sappia trasformare questo momento di dolore per la salvezza del mondo, per essere fedele a Dio.

D. – Per chiudere, qual è il suo augurio per questo Sinodo sulla famiglia qui, in Vaticano?

R. – Il mio augurio, naturalmente, è che si possa trasmettere l’entusiasmo, la gioia del Vangelo a tutte le famiglie e che le famiglie cristiane, cattoliche – naturalmente, nella nostra Chiesa – trovino la gioia in Dio affinché possano trasmettere questa gioia di vivere la famiglia come sogno di Dio, trasmetterla a tutte le famiglie del mondo, a prescindere dal luogo o dalle differenze religiose.








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