2015-10-08 12:33:00

Giornata Mondiale Vista: l'impegno di Cmb nel Sud del Mondo


Nel mondo sono 285 milioni le persone che hanno problemi alla vista, di queste, 39 milioni sono cieche. Eppure si stima che nell’80% dei casi la cecità si può prevenire. Oggi, 8 ottobre, l’Oms, Organizzazione mondiale della sanità celebra la XVI Giornata mondiale della vista per portare l’attenzione sulle dimensioni del fenomeno e non dimenticare quanto sia fondamentale, nei Paesi del Sud del Mondo, intervenire tempestivamente attraverso interventi mirati e di prevenzione per l’eliminazione della cecità evitabile. Francesca di Folco ha raccolto la testimonianza del prof. Mario Angi, presidente di Cbm Italia (Missioni Cristiane per i Ciechi nel Mondo):

R. – Il problema della cecità è, in gran parte, un problema legato alla mancanza di medici, di ospedali e di organizzazione per curare le malattie prevenibili: questa è una cosa che sembra assurda in un Paese occidentale, ma nel resto del mondo è la regola. Per questo Cbm, che è la più grande organizzazione internazionale che lotta contro la disabilità visiva e le disabilità in generale, organizza ospedali e forma il personale locale per sconfiggere la cecità evitabile nel mondo.

D. – In cosa consiste la campagna “Aprite gli occhi”, partita lo scorso 4 ottobre?

R. – Ci proponiamo di curare 7 mila persone e di distribuire occhiali a 6 mila bambini nelle scuole del mondo. E’ una campagna che vuole soprattutto indirizzarsi alla cecità infantile nei bambini affetti da cataratta congenita, che nel resto del mondo – soprattutto in Africa – sono abbandonati nelle loro capanne e non vengono assolutamente curati.

D – Cosa significa essere un non vedente in un ricco Paese europeo ed esserlo nel Sud del mondo?

R. – Nel Sud del mondo essere non vedente vuol dire avere una aspettativa di vita molto ridotta. Si calcola che il 50 per cento dei bambini che nascono con cecità muoiono entro un anno, un anno e mezzo dalla nascita… Essere un non vedente nei Paesi ricchi significa avere una assistenza e una possibilità di vita che è incomparabilmente superiore a quella dei poveri del Sud del mondo.

D. – Lei è inserito tra i nove "eroi della vista": che emozione le suscita  - ancora oggi - ridonare la vista a chi l’aveva persa?

R. – E’ una sensazione che ogni volta si rinnova ed è un dono incredibile. Mi sento umilmente al servizio di queste persone e cerco di fare quello che posso per incanalare energie e per rendere coscienti le persone nel nostro mondo ricco della possibilità di fare tanto del bene con un piccolo sforzo. 








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