Un fenomeno preoccupante che può diventare drammatico. L’Istituto superiore di sanità definisce così il calo della copertura vaccinale, arrivata in Italia al limite della soglia di sicurezza. Le vaccinazioni per poliomielite, tetano, difterite ed epatite, spiega l’Iss, sono scese al di sotto del 95%, in calo quelle contro il morbillo, la parotite e la rosolia. A far suo l’allarme è la Società taliana di pediatria, che denuncia “il rischio che tornino malattie dimenticate come la difterite, o che si muoia per pertosse”. Francesca Sabatinelli ha intervistato il pediatria Alberto Villani, vicepresidente della Società italiana di pediatria:
R. – E’ grazie alle vaccinazioni queste malattie non sono più frequenti, ma questo non significa che i germi non esistano. Quindi, se i bambini, gli adulti, non vengono vaccinati il rischio di ammalarsi di queste malattie gravissime, che possono dare menomazioni e portare a morte, ridiventa nuovamente importante e di conseguenza costituisce un vero problema.
D. – Perché allora sempre più genitori italiani decidono di non vaccinare i figli?
R. – Sicuramente, c’è un problema di informazione corretta e di un rapporto con la medicina che è cambiato negli anni: si è passati da anni in cui ciò che il medico diceva veniva sistematicamente accettato a oggi in cui, per una serie di motivi, questo è venuto meno. Ma il medico ha il dovere di informare correttamente il paziente e di aiutarlo a scegliere in maniera corretta. È un esperto, ha degli elementi che il genitore non può avere. Ci sono delle malattie per le quali si muore e quindi non c’è possibilità di non far comprendere appieno questo ai genitori. Il rischio è che, nel tempo, se prevalesse un atteggiamento di disattenzione verso le vaccinazioni, questo porterebbe al concreto confronto poi con delle malattie che potrebbero essere debellate. Il punto cruciale è: qualora un bambino, il cui genitore ha scelto di non effettuare le vaccinazioni, morisse, di chi è la responsabilità? Del genitore che non ha la cultura, la preparazione e gli elementi per valutare il rischio a cui è esposto il figlio, o è del medico che probabilmente non ha saputo spiegare bene al genitore l’importanza del vaccino? In ogni caso si arriva tardi, perché il bambino è morto. Ci sono dei casi, che non sono sporadici, di bambini molto piccoli che muoiono di pertosse, ritenuta dai più una malattia banale. Non lo è affatto! La domanda è questa: nel 2015, in Italia, è ammissibile che un bambino muoia di pertosse? La mia risposta è: no, non è ammissibile.
D. – Sappiamo che ormai l’informazione corre sul web. Ed è proprio dai siti di informazione medica che spesso arrivano le notizie come quelle che hanno associato alcuni vaccini al successivo sviluppo di gravi patologie. È questo che determina il comportamento dei genitori?
R. – Questo è il punto cruciale. Non bisogna confondere essere informati, conoscere e sapere. Ciò che è importante sono le fonti e quelle autorevoli sono: il Ministero della salute, l’Istituto superiore di sanità, il sito “Vaccinarsi”. Ma soprattutto occorre documentarsi su chi dà la notizia. Le vaccinazioni sono uno strumento sicuro e questo è stato dimostrato, di alcuni vaccini sono state fatti milioni e milioni di dosi e prevengono malattie importanti. Quindi, noi dobbiamo fare di tutto perché tutti comprendano bene l’importanza delle vaccinazioni, la sicurezza delle vaccinazioni e che questo costituisce uno dei più importanti investimenti di una società civile per il futuro della propria popolazione pediatrica.
D. – I vaccini obbligatori però sono solo quattro…
R. – Quando c’è stato tutto il dibattito, e che è tuttora in corso, sulla facoltatività della vaccinazione, si partiva da un presupposto di maturità della popolazione: la vaccinazione è un’opportunità da Paese ricco che lo Stato offre e il cittadino deve recepirla come tale. Ma laddove non c’è sufficiente cultura, preparazione, capacità di comprendere esattamente il rapporto costo-beneficio, allora probabilmente lo Stato deve tutelare il minore. Se il genitore non è in grado di decidere per il meglio, allora è il caso che qualcuno si faccia carico di questa decisione. Noi dobbiamo tutelare i bambini. Nel 2015, è inaccettabile che in Italia un bambino possa morire di morbillo, di pertosse, di forme di meningite che possono essere invece protette da vaccinazioni. Non può neanche essere valido il ragionamento: “Io non vaccino mio figlio tanto gli altri sono vaccinati”. Se la popolazione vaccinata si abbassa sotto il 95% per alcune vaccinazioni e sotto il 90%, tutti sono a rischio. Anche i vaccinati, perché non è che tutti coloro che si vaccinano poi sono necessariamente protetti al cento per cento. Allora, chi non si vaccina fa male a se stesso, ma fa male anche agli altri.
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