L'accordo sulla giustizia firmato dalle Farc e dal governo colombiano non prevede il carcere per coloro che confessano la verità e neanche richiede chiarimenti o altri sviluppi, perché l'accordo è chiuso: è quanto ha detto ieri, il gruppo ribelle in una dichiarazione che ha rivelato profonde divergenze tra le parti.
Per il negoziatore del governo l'accordo è ancora aperto
Secondo il governo, l'accordo ha superato il tema più difficile del negoziato, che
prevedeva che i responsabili di uccisioni, massacri, rapimenti, torture, sparizioni
forzate e violenza sessuale dovessero essere puniti e sottoposti a restrizione della
libertà in un luogo specifico, sotto vigilanza. La nota ripresa dall'agenzia Fides,
confermata dalle agenzie di stampa, riporta che il capo negoziatore del governo, Humberto
de la Calle, aveva invece detto, lunedì scorso che l'accordo sulla giustizia è aperto,
deve ancora essere sviluppato, presenta aspetti mancanti prima di arrivare alla conclusione
e adottare delle decisioni.
Estradizione ed amnistia per i guerriglieri, non ancora chiari nell'accordo
Nel documento firmato non è chiaro se i guerriglieri non possano essere estradati
verso gli Stati Uniti, dove sono accusati di traffico di droga o sequestro di persona,
o se saranno amnistiati. Il governo e le Farc hanno comunque deciso di firmare un
accordo per giungere alla fine dei negoziati entro sei mesi e concludere il conflitto
armato che dura da 50 anni.
Per la Chiesa la giustizia va al di là di una prigione
Pochi giorni fa il direttore del segretariato nazionale per la Pastorale sociale,
mons. Héctor Henao Gaviria, aveva detto: "il Paese deve capire che la giustizia va
al di là di una prigione", riferendosi all'accordo sulla giustizia di transizione
annunciato dal governo e dal gruppo di guerriglia Farc la settimana scorsa.
(C.E.)
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