2015-09-28 15:06:00

Nuovo Cd Cappella Sistina. Mons. Palombella: rivisitare musica sacra


“Cantate Domino. La Cappella Sistina e la musica dei Papi”, è il titolo del nuovo Cd, edito dalla Deutsche Grammophon, in commercio dal 25 settembre, con una selezione di musiche di Palestrina, Allegri, Da Vittoria e Lasso. Un opera davvero originale, incisa per la prima volta dalla Corale più antica del mondo, sotto la volta della Cappella Sistina, che ospiterà domani pomeriggio il Concerto inaugurale. Roberta Gisotti ha intervistato mons. Massimo Palombella, maestro direttore della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”.

D. - Mons. Palombella, c’è attesa per questo nuovo Cd, rivolto anche al grande pubblico. E’ possibile conciliare eredità di repertori storici e cultura contemporanea. 

R. – Non solo è possibile, è doveroso, nel senso che quando noi davvero perseguiamo la ricerca dell’antico nella sua accezione di prezioso, ci troviamo davanti ad un prodotto, a dell’arte che ci insegna un metodo per vivere oggi e inculturare oggi la rivelazione ed oggi evangelizzare. Quindi lo studio della musica antica, in questo caso del Rinascimento come periodo "magico" di questa istituzione, è una grande metodologia che risponde proprio alle esigenze del Concilio Vaticano II, cioè il posizionamento nella Liturgia attuale di realtà preziose della tradizione, ma insieme nell’imparare scientificamente un metodo per poter dialogare oggi con la contemporaneità.

D. - La Corale più antica del mondo che però non è istituzione del passato, ma espressione della Chiesa odierna…

R. – Precisamente. C’è sempre un po’ il rischio, quando abbiamo queste importanti istituzioni con grande storia, di vivere un po’ della gloria del passato, senza rendersi conto che invece noi siamo significativi culturalmente se dialoghiamo con l’oggi. Paradossalmente il Concilio ci chiede di recepire tutto ciò che in qualche modo è stato fatto nella musica antica per dare sempre più pertinenza estetica a quello che noi facciamo. Quindi il Concilio, nel chiederci di dialogare con la contemporaneità, ci investe di una grande missione di cultura: che vuol dire dialogare a 360 gradi con tutto.

D. - Come è avvenuta la selezione dei brani inseriti nel Cd?

R. - Abbiamo cercato di prendere ciò che, in maniera più immediata, fosse esaustivo di un certo momento storico della musica. La preminenza è stata data a Palestrina che è legato identitariamente alla Cappella musicale pontificia, ma insieme ci sono anche altri autori del Rinascimento e abbiamo incluso il celebre Miserere di Allegri, però con una particolarità, cioè nella sua versione originale trascritta dal Fondo Cappella Sistina della Biblioteca Vaticana, codice del 1661. Abbiamo restituito al Miserere di Allegri la sua originalità rinascimentale. Quello che ordinariamente si sente nei Cd che sono in commercio è il Miserere con tutte le fioriture e ‘incrostazioni’ dei secoli. Noi abbiamo trascritto l’originale di Allegri e abbiamo riproposto questo.

D. - Maestro Palombella, sappiamo che la Cappella Musicale Sistina è impegnata sotto la sua direzione - da cinque anni - a portare il suo patrimonio artistico fuori dalle mura del Vaticano. Questo Cd darà un nuovo impulso a questa attività?

R. - Ovviamente. Ma la Cappella Musicale Pontificia deve fare, prima di tutto, un lavoro che risponde a un suo mandato ecclesiale al servizio del ministero petrino: attraverso la musica evangelizzare, è la sua identità profonda. La nobiltà di questo mandato la obbliga ad una professionalità disarmante. Il grande cambio che è stato fatto nella Sistina - al di là del fatto musicale che si sente - è stato di ritmo lavorativo; cioè noi abbiamo stabilito le prove, da regolamento generale della Curia Romana, tutti i giorni per tre ore, in conformità con l’accezione contrattuale di ogni cantore. Io ho trovato una Sistina che provava due o tre ore a settimana; oggi provano tutti i giorni, perché la professionalità che ci è richiesta è alta se vogliamo fare il dialogo ecumenico, se vogliamo evangelizzare attraverso la cultura. Io personalmente devo studiare continuamente, devo ricercare, devo scrivere. La professionalità che investiamo nella Cappella Sistina e anche ciò che in qualche modo la Santa Sede investe economicamente per questa istituzione è volto alla cosa più nobile: far conoscer il Signore, la salvezza, l’evangelizzazione.

D. - Possiamo anticipare qualche evento?

R. - Il 29 giugno del prossimo anno, in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo, si unisce sempre un prestigioso Coro non cattolico insieme alla Cappella musicale pontificia. Per l’Anno della Misericordia abbiamo il progetto di mettere insieme in una sola celebrazione un prestigioso Coro anglicano, un Coro luterano, un Coro ortodosso e la Cappella Sistina. C’è tutto questo lavoro di cercare percorsi di unità all’interno della cultura e dell’arte. E, facendo questo ci si accorge che sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono. Una delle vie del dialogo ecumenico è proprio la cultura e l’arte: il bello.








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