2015-09-27 13:30:00

Sudafrica: i vescovi sostengono la marcia contro la corruzione


“Il Governo non fa abbastanza per prevenire e combattere la corruzione: alla politica degli annunci spesso non segue un’azione decisa”. A denunciarlo è il presidente della Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale dell’Africa del Sud (Sacbc), mons. Abel Gabuza, che annuncia così l’adesione della Chiesa locale alla Marcia contro la corruzione indetta per il 30 settembre da diverse associazioni.

Più indipendenza alle autorità anti-corruzione
Nel mirino dei vescovi e dell’opinione pubblica del Paese – riferisce l’agenzia Cisa - i ritardi nella riforma della Direzione investigativa per i reati di maggiore pericolosità sociale (Directorate for Priority Crime Investigations, conosciuta come “The Hawks”) per garantire l’effettiva indipendenza dall’Esecutivo di questo organismo preposto alla lotta  al crimine organizzato, ai reati economici e alla corruzione. Una riforma richiesta nel 2012 da una sentenza della Corte Costituzionale, che continua però ad essere disattesa, nonostante le promesse del Governo di Pretoria, mentre cresce nel Paese l’indignazione per un fenomeno diffuso a ogni livello dell’amministrazione pubblica e per l’impunità di tanti corrotti. “Il nostro Paese - ha affermato in proposito mons. Gabuza - potrà vincere la battaglia contro la corruzione solo quando le autorità preposte saranno adeguatamente protette dalle ingerenze politiche dell’Esecutivo; quando alla testa di queste istituzioni saranno nominate persone competenti e quando i dirigenti politici e chi ha amicizie politiche saranno chiamati a rispondere dei reati di corruzione”.

Le ripetute denunce dei vescovi contro la diffusa piaga della corruzione
A maggio il Ministro della Polizia Nkosinathi Nhleko ha costituito una commissione per studiare la riforma in questione. Tra le misure promesse, una maggiore autonomia finanziaria alla Direzione investigativa, per evitare tagli “mirati” quando sono in corso inchieste scomode su politici potenti.  In quest’ottica, secondo il presidente della Commissione Giustizia e Pace, dovrebbe essere previsto anche un maggiore coinvolgimento del Parlamento nella nomina del capo dell’organismo, che attualmente spetta al Ministro della Polizia.  Le parole di mons. Gabuza si aggiungono ai ripetuti interventi dei vescovi sudafricani contro la piaga della corruzione che, come è stato evidenziato, colpisce soprattutto i più poveri e vulnerabili, minando il fragile tessuto sociale e politico della giovane democrazia sudafricana. (A cura di Lisa Zengarini)








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