2015-09-27 14:00:00

Meeting famiglie. Molla: l’amore sia la nostra missione


San Giovanni Paolo II e Santa Gianna Beretta Molla sono i patroni del meeting Mondiale delle Famiglie a Philadelphia. Due figure – ha detto l’arcivescovo della città, mons. Charles J. Chaput – che hanno sempre amato e sostenuto la famiglia. Relatrice all’incontro internazionale anche Gianna Emanuela Molla, figlia della Santa, che ieri ha salutato il Papa nella cornice del B. Franklin Parkway dove si è tenuta la Veglia di preghiera con le famiglie. Il nostro inviato a Philadelphia Massimiliano Menichetti l’ha intervistata:

R. - Penso che da quando è stata proclamata santa, 11 anni fa, questo sia il più alto riconoscimento che potesse essere attribuito da parte della Chiesa a mia mamma. Sono doppiamente felice perché proprio nell’ambito di questo World meeting ricorre il 60.mo anniversario di nozze della mia mamma e del mio papà. Quindi per me è una grazia speciale.

D. – Perché è stata inserita nella sessione dell’infertilità?

R.  – Io mi sono data questa spiegazione: da diversi anni ormai, varie coppie di coniugi sposati mi chiedono di pregare la mamma perché interceda presso il Signore per avere questo dono divino, questa grazia, questa gioia di avere un bambino. E io ho toccato con mano com’è potente l’intercessione della mia santa mamma. Io dico sempre loro: io prego volentieri, però naturalmente bisogna vedere qual è la volontà del Signore e accettare questa volontà. La mamma nei suoi appunti presi per i giovani dell’Azione cattolica aveva scritto che ogni vocazione è vocazione alla maternità: materiale, spirituale, fisica, perché il Signore ha posto in noi l’istinto della vita.

D.  – Lei quando parla della sua mamma, ne parla con uno sguardo innamorato, eppure non l’ha mai conosciuta. Da dove nasce questo legame così forte?

R. – La mia mamma è vero che non l’ho mai conosciuta però posso testimoniare che da quando mi ha dato alla luce non mi ha mai lasciato sola un istante. Lei certamente è stata beatificata e poi santificata per come ha vissuto prima ancora che per come è mancata. Naturalmente lei, poi, ha coronato la sua vita col sacrificio della sua stessa vita perché io potessi venire alla luce. Poi naturalmente lei ha sempre sperato che il Signore salvasse anche la sua vita. Due settimane prima del parto ha detto al mio papà: “Pietro, se dovete scegliere tra me e il bimbo, nessuna esitazione. Scegliete – lo esigo – il bimbo”. Morirà di peritonite settica 7 giorni dopo la mia nascita; è ritornata a casa ed è spirata a soli 39 anni. Io ogni volta che compio gli anni penso alla mia mamma. Quest’ anno ho compiuto 53 anni e ho detto: “Ho già 14 anni in più di quelli che aveva la mamma quando è mancata”. Il papà mi ha detto: “La mamma sapeva benissimo che per te lei sola rappresentava lo strumento della divina provvidenza perché tu potessi venire alla luce”. Per i miei fratelli, anche per me, quando lei fosse mancata, la Provvidenza erano il mio papà e altri familiari. Per me lo era lei sola. Per comprendere la sua scelta la si può capire alla luce della sua grande fede, del suo sacro rispetto per la vita. Se la mamma fosse rimasta qui con noi avrebbe continuato a fare del bene alla sua famiglia al suo prossimo, ai suoi ammalati, ma il bene che il Signore aveva in mente per lei era molto più grande. Io mi commuovo quando vengo a conoscenza di tutte le grazie ricevute per sua intercessione.

D.  – Questa impronta di bene di sua mamma è talmente forte in lei che lei nella sua  vita personale decide di abbandonare la sua professione ad un certo punto per dedicarsi a suo padre…

R. – Io sono medico geriatra. Quando mio papà aveva 90 anni e ha iniziato a non star bene di salute - era sempre stato attivissimo, era lui a seguire tutte le cose che riguardavano la mamma - ci voleva il medico 24 ore su 24 per poterlo assistere a domicilio, a casa sua, come lui desiderava, per prima cosa ho pensato: “Sono medico geriatra, se non aiuto il mio papà chi devo aiutare?”. Seconda ragione: “Con tutto quello che il papà ha fatto per me e i miei fratelli è il minimo che io possa fare per lui”. Se la volontà del Signore fosse stata un’altra, a prendersi cura di lui ci sarebbe la mia mamma al mio posto adesso.

D. – Che cos’è  per lei la famiglia e qual è l’augurio per le famiglie?

R.  – Il tema di questo incontro mondiale è “L’amore è la nostra missione”. L’amore è davvero l’aspetto più importante e fondamentale. Se io guardo la vita dei miei genitori, l’amore veramente è l’elemento per ogni essere umano. La loro vita è stata tutta connotata dall’amore. Hanno entrambi amato profondamente il Signore, la Madonna, e a loro volta sono stati profondamente amati. In ogni aspetto della loro vita l’amore ha rappresentato la parte preponderante. C’è tanta sofferenza al mondo e una delle ragioni per cui c’è questa sofferenza è che l’amore non è sempre così presente. Io penso che sia fondamentale sentirsi amati: più ci sentiamo amati e più possiamo rendere felici le persone che stanno vicino. Come noi possiamo dar gioia agli altri, se non ci sentiamo amati? E poi l’amore dà molta più forza. Io sono convinta che nella scelta finale della mamma abbia avuto un ruolo molto importante anche il fatto di sentirsi profondamente amata dal mio papà. Quindi l’amore oltre a renderci più sereni ci rende più forti; quindi l’amore è la nostra missione. La mamma diceva: “Amare vuol dire desiderio di perfezionare se stessi e la persona amata, superare il proprio egoismo, donarsi”. L’amore deve essere totale, pieno, completo, regolato dalla legge di Dio e sia eterno in Cielo.

D. – Quindi possiamo dire che l’augurio è imparare a donarsi per poter ricevere…

R. – Imparare a donarsi dando tutti noi stessi. La mamma diceva: “Niente le cose per metà, un dono di sé al massimo che si possa fare”. Non bisogna lasciarsi scoraggiare se magari non riusciamo a fare quello che abbiamo nel cuore di fare. Io posso dire che sto pregando i miei genitori per questo World meeting of families di Philadelphia perché possa dare tanti frutti spirituali, possa dare tanto coraggio, tanta speranza e tanta fiducia alle persone e alle famiglie che vi parteciperanno e soprattutto quelle che sono in difficoltà, che soffrono per i motivi più diversi. Io penso che anche l’esempio di mamma e papà possa essere un faro luminoso davvero sul cammino cristiano di giovani, di fidanzati, di sposi e possa sostenerli e incoraggiarli soprattutto nei momenti di prova e difficoltà.








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