2015-09-27 14:02:00

Fame nel mondo. La campagna della Comunità Giovanni XXIII


Nel 2015, secondo la Fao, le persone che soffrono la fame nel mondo sono 795 milioni. Dare un pasto a chi non ce l’ha è l’obbiettivo dell’iniziativa “Aggiungi un pasto a tavola”, promossa dall’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, in programma il 26 e 27 settembre in oltre 180 piazze d’Italia. L’evento rientra nella campagna “Un Pasto al giorno”, nato per sensibilizzare l’opinione pubblica di fronte al problema della fame nel mondo. Alessandro Filippelli ha intervistato Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII:

R. – Noi ogni giorno diamo da mangiare a 41 mila persone che si siedono alla mensa della comunità e anche lo slogan che abbiamo utilizzato “Quel morto di fame di mio fratello” è un po’ questo: molte volte, quando uno incontra un senza fissa dimora che sta rovistando nei cassoni della spazzatura, si dice “Quello è un morto di fame”. Noi aggiungiamo che però è un nostro fratello. Anche quello ha bisogno di poter mangiare, di avere una famiglia che lo accoglie… Molte volte sono persone che sono state abbandonate dai loro familiari. Quindi il grido di questi fratelli ci fa scendere sulle piazze italiane, dove tanti giovani, tanti volontari si rendono disponibili.

D. – Aprire le porte della propria vita per condividere la quotidianità con i più poveri. Quanto impegno c’è per realizzare questo progetto?

R. – E’ un lavoro che parte ogni anno, mesi e mesi prima. Coinvolge realtà parrocchiali e anche molti parroci, molti vescovi che conoscono la vita che abbiamo con le nostre case di condivisione, le case famiglia nelle loro diocesi. E quindi è un coinvolgimento proprio della base. Ci sono anche molti giovani. Poi c’è anche una parte organizzativa che è importante proprio per rendere visibile questo portare sulle piazze la voce di questi poveri ed essere voce di chi non ha voce.

D.  – “Aggiungi un pasto a tavola, abbraccia il mondo”, infatti l’iniziativa si svolgerà oltre che nelle parrocchie nelle piazze di Italia, anche in 10 Paesi…

R. – Sì, da alcuni anni, abbiamo coinvolto anche le nostre comunità che sono in 35 Paesi del mondo. Però ad oggi siamo riusciti a coinvolgerne 10 tra cui in America Latina il Cile in Africa la Zambia e il Bangladesh. E abbiamo coinvolto anche Stati dell'Europa tra cui Olanda, Svizzera e Francia… Vogliamo che questa gara di solidarietà corra per il mondo, anche perché ci sono tante persone che sono veramente generose e noi vogliamo ringraziare tutti i benefattori che ci aiutano e che sanno capire quando le iniziative portano il contributo che loro danno nelle case di questi poveri realmente e concretamente.

D. – Bisogna anche lavorare per rimuovere le cause che provocano la povertà. Quali sono le iniziative della comunità che mirano alla formazione nutrizionale?

R. – Noi viviamo con i poveri nelle case famiglia, 24 ore su 24, tutti i giorni della settimana, tutti i giorni dell’anno. Ma la nostra mission è anche essere voce di chi non ha voce e di rimuovere le cause dell’emarginazione. Tutta la pasta che avanzerà sarà data alle mense per i poveri, le mense delle Caritas, alle mense parrocchiali, verrà ridistribuita. Noi chiediamo anche alle istituzioni pubbliche e civili che si facciano carico nelle loro città, nei loro comuni e nelle parrocchie di queste situazioni di povertà. Noi siamo presenti anche con una rappresentanza all’Onu sia a Ginevra che a New York dove cerchiamo, lavorando molto ad esempio con la Santa Sede e con altri Stati membri, di difendere i diritti dei poveri anche su questi bisogni primari fondamentali come il diritto alla nutrizione e all’alimentazione.








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