2015-09-26 14:03:00

Clima: da Obama e Xi Jinping impegno per riduzione gas serra


E' sul piano dell'impegno per il taglio delle emissioni e la lotta ai cambiamenti climatici che l’incontro, ieri alla Casa Bianca, tra il presidente statunitense Barack Obama e l’omologo cinese Xi Jinping ha fatto segnare una nuova intesa tra Washington e Pechino. Rilanciando la storica iniziativa congiunta annunciata lo scorso anno, quando Cina e Usa sottoscrissero la riduzione di emissioni per il periodo successivo agli Obiettivi del 2020, Pechino ora si impegna a introdurre per il 2017 un programma nazionale che limiterà e metterà un prezzo alle emissioni di Co2. Le aziende che supereranno le quote dovranno comprare dei permessi da quelle che hanno inquinato di meno. Si tratta di un meccanismo usato anche dai Paesi europei per limitare l’inquinamento. Pechino mobiliterà inoltre 3,1 miliardi di dollari per aiuti ai Paesi in via di sviluppo nel campo delle misure anti inquinanti. Ma cosa significa questo accordo per le industrie cinesi? Risponde Fernando Mezzetti, profondo conoscitore della realtà cinese, intervistato da Giada Aquilino:

R. – Dovranno adeguarsi a questa nuova normativa e soprattutto in Cina ci sarà uno sviluppo della “green industry”: perché è vero che hanno inquinato tutto con l’industrializzazione veloce che hanno avuto, ma è anche vero che cominciano a rendersi conto dei disastri ambientali e quindi stanno sviluppando, essi medesimi, tecniche “green” per le industrie. Anche per la Cina il “green” può diventare un business. Sul piano degli accordi internazionali si sono impegnati poi a compensare le quote, perché certamente loro supereranno certi livelli fissati da Kyoto e dagli accordi successivi, quindi si impegneranno a compensare i Paesi non inquinanti, per equilibrare gli inquinamenti che continueranno certamente a fare.

D. – Quali saranno i settori a cui si applicherà maggiormente il programma?

R. – Certamente le industrie inquinanti, come nella siderurgia. Si pensi che a 50 km da Pechino - ormai quasi in città - c’è una delle più grandi acciaierie del mondo e la capitale è sottoposta a un alto tasso di inquinamento. Ci sono giorni in cui a Pechino non si vede a pochi metri di distanza per l’inquinamento stagnante: eppure, prima di questo sviluppo enorme, a Pechino arrivavano i venti dalla Siberia e l’inverno era una città dai cieli tersi e limpidi. Oggi non è più così. E non solo Pechino, ma anche l’interno del Paese.

D. – Dopo l’incontro alla Casa Bianca, quali sono ancora i temi su cui non ci sono stati nuovi sviluppi?

R. – E’ sottintesa nei rapporti tra i due Paesi una tensione politica e militare, per la Cina che cerca un suo posto, vuole essere accomodata al tavolo del potere nell’area dell’Estremo Oriente e del Pacifico. Secondo Pechino, c’è posto per due grandi superpotenze; secondo gli Stati Uniti, non è così. Anche perché la Cina ha pretese territoriali verso il Giappone e verso tutti i Paesi dell’area: il Vietnam, la Malesia, Brunei, le Filippine… Con pretese territoriali su una catena di “isolotti” sparsi nel Mar Cinese meridionale, la Cina renderebbe quelle acque aperte alla navigazione del naviglio mercantile, ma con limitazioni per il naviglio militare. E questo gli Stati Uniti non potranno mai accettarlo.








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