2015-09-25 14:49:00

Volkswagen: rinnovati vertici, incognite su futuro azienda


Prosegue a Wolfsburg, in Germania, il board di Volkswagen. In attesa di conoscere il successore di Winterkork, l’amministratore delegato dimessosi dopo lo scandalo emissioni, arrivano i dati sui veicoli truccati in Germania. Elvira Ragosta:

Si prolunga più del previsto il board della Volkswagen. Oltre al nome del neo amministratore delegato, sul tavolo c’è anche la discussione sulla nuova struttura dell’azienda. Intanto, oggi il ministro dei trasporti tedesco, Dobrindt, nel corso di un’audizione in parlamento, ha dichiarato che in Germania circolano al momento 2,8 milioni di veicoli con il software illegale che consente di frodare i controlli sulle emissioni. In borsa continua il crollo del titolo, che dall’inizio della settimana ha già perso il 35%. Dopo le dichiarazioni del ministro, le azioni Volkswagen hanno perrso un ulteriore 4,1% in un mercato in generale rialzo riguardo agli altri titoli. Aumentano intanto, le inchieste per frode nel mondo. Le ultime in Norvegia, Australia e India, mentre la Commissione europea lavora a nuove regole e poteri di intervento per ridurre il margine di errore nelle simulazioni sulle emissioni dei veicoli. Anche l'Agenzia per la protezione ambientale americana (Epa) ha deciso di rivedere il modo in cui conduce test sulle emissioni di vetture. Lo ha detto un funzionario dell'Epa, secondo quanto riportato dal  Wall Street Journal.

Dunque una prospettiva difficile si apre da oggi per i vertici della Volkswagen: in che direzione muoversi? Gabriella Ceraso lo ha chiesto a Matteo De Angelis, docente di economia e gestione delle imprese internazionali alla Luiss di Roma:

R. – A livello strategico il nuovo amministratore delegato, chiunque sia, dovrebbe essere in grado di diffondere nell’ azienda una cultura orientata al rispetto degli standard e alla responsabilità sociale. Lo scandalo sollevato da un dipendente Volkswagen che lavorava in America mi fa pensare che sia necessario attivare meccanismi anche di incentivazione interna affinchè si sorvegli ciò che si fa. Questo si può fare creando delle task force, gruppi interni di lavoro che controllino la messa in opera delle direttive.

D. – Parliamo proprio di lavoratori, Pil e situazione della Germania: ci sarà un contraccolpo forte, visto che si calcola che la Volkswagen rappresenti il 2% del Pil?

R. – Un contraccolpo a mio modo di vedere i cui effetti si vedranno soprattutto nel breve ma anche nel medio e lungo termine. Avendo un Pil generato dal settore auto in Germania, molto forti, mi aspetto ricadute in termini di vendita, ma ancora di più in termini di reputazione.

D. - Ma il mercato dell’auto non è quello che da circa un anno si dice che andasse bene e che avrebbe trainato anche la ripresa?

R. – Probabilmente sì, i dati dicono questo, ma si parla adesso di uno choc inatteso nel prossimo anno e ancor di più nei prossimi 3, 5 anni. Quindi non solo ci sarà un problema di consumi e di cambio di idea di auto che i consumatori vogliono, auto ibride o più probabilmente elettriche, ad esempio, ma ci saranno problemi sulla filiera cioè chi fornisce materiale per produrre auto e quindi moltissime aziende italiane e non solo, potrebbero avere grandi problemi.

D. – C’è anche da augurarsi che il rimedio a questo danno sia serio, che le inchieste portino a soluzioni ben precise e a chiarezza a livello mondiale…

R. – Bisognerebbe quanto più possibile armonizzare e standardizzare le pratiche di controlli sia in termini di efficacia dei controlli stessi sia in termini di requisiti per superare il test di immissione sul mercato. Non ci nascondiamo che una gran parte del successo delle auto anche auto di lusso, di alto livello nei Paesi emergenti o presunti tali, Paesi che sono già ampiamente emersi, come la Cina, purtroppo in parte è spiegato dai vincoli ambientali un po’ più blandi. Questo vale non solo per il settore automobilistico, ma per tutti gli altri settori.

D. – La Cina oggi annuncerà un piano dal 2017 di forte impegno a livello ambientale. La stampa cinese oggi ha detto che "i leader mondiali dovrebbero condannare questo imbroglio accaduto per la Volkswagen perché ha indebolito il nostro sforzo contro le emissioni", sforzo in campo ambientale. Lei è d’accordo?

R. – Dalla prospettiva cinese condivido l’appello. Non riesco bene a capire cosa voglia dire "condannare" in questo caso. In due giorni credo sia successo di tutto, dalle dimissioni dell’amministratore delegato alla presa di distanze da parte di diversi capi di governo. Posso dire invece cosa mi aspetto succeda, cioè che si faccia più chiarezza in Germania. Il Paese da tutti considerato come la patria dell’efficienza dell’affidabilità e della sicurezza in questo caso si è dimostrato non solo carente dal lato Volkswagen ma anche ambiguo e incerto dal lato governo. Quindi a brevissimo mi aspetto chiarimenti e prese di posizioni ufficiali da parte della Merkel che finora se l’è cavata con un “approfondiremo”, “valuteremo”… In generale aiuterebbe una presa di posizione da parte del governo tedesco che magari chiarisca anche il suo coinvolgimento nello scandalo in modo da poter aiutare tutti i Paesi a migliorare i propri sforzi sulla questione.








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