2015-09-25 14:00:00

Lombardi: al Congresso Francesco ha toccato il cuore degli americani


“Il Papa ha toccato veramente il cuore dei presenti”. Lo ha affermato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, parlando del discorso del Pontefice al Congresso Usa. Le parole del portavoce vaticano nell'intervista di Adriana Masotti:

R. – Io sono stato colpito: entrando nella grande Aula dei Rappresentanti, c’era un clima veramente di festa e di attesa interessata e gioiosa. Quindi, le premesse erano molto buone. In fondo, il Papa era stato invitato dallo Speaker della Camera dei Rappresentanti senza avere nessuna obiezione da parte di nessuno dei membri del Congresso, quindi vuol dire che è una persona che viene ritenuta interessante, importante, da ascoltare, anche in questa sede. E il discorso ha ottenuto pienamente la sua risposta alle attese e il fatto che ci siano stati tanti applausi manifestava non solo la cordialità con cui il Papa era ricevuto, ma anche l’apprezzamento per le cose che diceva. Il Papa è stato capacissimo di arrivare agli ascoltatori in un modo positivo, presentandosi come figlio di immigrati, ha lodato per molti aspetti i valori della tradizione della nazione americana e questo ha toccato veramente il cuore dei presenti. Ha anche fatto degli appelli forti, importanti: quello contro la pena di morte e anche quello contro il commercio delle armi, anche per la tutela della vita… Quindi, direi che il Papa è arrivato al cuore con parole che non erano però solo una “captatio benevolentiae” al popolo americano, ma una vera capacità di apprezzamento di ciò che è positivo, proprio per suscitare ulteriormente una presa di responsabilità di fronte ai grandi problemi del mondo di oggi, a cui un popolo come quello americano può dare un contributo di estrema importanza.

D. – Da una sede così prestigiosa come il Congresso, al Centro caritativo di una parrocchia, a Washington, a visitare i poveri e i senzatetto…

R. – Come sappiamo, sempre nei viaggi del Papa c’è questo momento di incontro con chi soffre o con chi è svantaggiato. Lui questa volta è passato in questa parrocchia dove le attività in favore dei senzatetto sono molto bene organizzate. E poi, uscendo, non solo ha dato la benedizione della mensa per un pranzo di immigrati, di poveri che era stato organizzato nel piazzale, davanti alla chiesa, ma poi, dopo aver dato la benedizione, ha voluto passare in mezzo ai tavoli e per un tempo non tanto breve ha incontrato, ha salutato, ha benedetto, ha abbracciato – come sa fare lui – la gente, in mezzo a un entusiasmo indescrivibile… Quindi, un momento molto bello di incontro con la gente che forse in questi primi giorni, trovandosi a Washington con tante misure di sicurezza, finora era stato un po’ limitato; anche se non era mancato un momento di passaggio con la papamobile aperta in mezzo alla folla dopo l’incontro alla Casa Bianca.

D. – Momenti diversi, ma sempre in continuità: cioè, il Papa è voce dei più poveri, della gente…

R. – Sì, certo. Nel discorso al Congresso questa attenzione alla solidarietà sociale, all’occuparsi di chi è svantaggiato perché possa trovare anche lo sviluppo della dignità della sua persona, è stato molto presente. Però, appunto, il Papa non solo dice delle parole ma poi sa fare anche dei gesti che esprimono molto bene questa sua vicinanza a chi è più povero degli altri.








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