2015-09-25 20:17:00

Il Papa all'Onu: applicare la Carta senza secondi fini


"Un Papa coraggioso e umile che ormai detta l'agenda al mondo. E' stato un discorso che ha rilanciato il Vaticano nella diplomazia globale". I commenti di Agostino Giovagnoli (Univ. Sacro Cuore, Milano) e Alia Nardini (Springhill College, Bologna). 

"Francesco ha riportato alla ribalta una serie di problematiche molto vive, anche di critiche di cui l’Onu è oggetto. Quando ha richiamato all'efficacia e a non indugiare in nominalismi, ha colto un problema reale, la fatica dell’Onu di essere incisivo sull’azione mondiale". Il Prof. Giovagnoli, docente di Storia contemporanea, sottolinea quanto la presenza di Francesco nel Palazzo di Vetro sia stata tutt'altro che ovvia. "Ci troviamo di fronte a un leader che indica la strada a tutto il mondo. Il Papa ribalta la visione molto passiva e rassegnata che ormai si ha dinanze alle guerre. L’obiettivo della pace lo presenta non come una utopia ma come un obiettivo concretamente raggiungibile. Disegnando una prospettiva di fraternità universale ci ricorda che non è possibile vivere in un contesto di sviluppo sostenibile se si perpetuano gravi ingiustizie ed esclusioni".

"Francesco ha messo in moto dei processi come lui stesso ama dire", riprende Giovagnoli. "E’ straordinario come non si spaventi di fronte alle difficoltà ma con grande determinazione e autorevolezza riesca a mettersi alle calcagna dei potenti della Terra. Che poi al vertice sul clima in programma a Parigi i suoi auspici potranno anche non venire esauditi, l'importante è che si sia innescato un dinamismo nuovo". Anche alla luce dell'appello al Congresso di abolire la pena di morte "il Papa non poteva fare di più - precisa - già tanto che sia riuscito ad inserire questo tema in un contesto alto, importante, al centro dell’attenzione dei media del pianeta. Non è poco". 

"Francesco è stato bravissimo a trovare un equilibrio tra la condanna dell’onnipotenza umana e invece quello che il progresso e la scienza possono fare per tutta l’umanità", spiega la prof.ssa Nardini. "Sia al Congresso che all'Onu, si è mostrato ancora come un Papa che non sgrida, che non censura, ma che propone. Con uno stile pacato, con modi rispettosi. E’ arrivato al cuore in tutta la sua trasparenza, semplicità e pienezza di concetti".

Quanto al Papa che non si è lasciato imbrigliare da semplicistiche etichettature ideologiche, Giovagnoli conclude: "Non è scalfito da queste banalità che non corrispondono alla realtà. Riesce a richiamare l’attenzione sull’uomo con la ‘u’ minuscola, nel senso di persona che non è una astrazione valoriale, è proprio l’uomo nella sua concretezza esistenziale, soprattutto nelle sue sofferenze. E’ passato agilmente in mezzo a trappole di vario genere, lo ha fatto con disinvoltura. Oggi Francesco non ha bisogno di presentarsi, come era stato per Paolo VI, dice direttamente ai potenti del mondo le cose che bisogna fare. E' segno di una crescita di autorevolezza della Chiesa". 








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