Uniti per la riconciliazione e la pace. E’ stato questo l’obiettivo dei 200 fedeli, cattolici, protestanti e anglicani, che hanno preso parte nei giorni scorsi al pellegrinaggio organizzato dalla Comunità di Taizé in Corea. Erano per lo più ragazzi provenienti da ogni angolo del Paese e si sono ritrovati a pregare nella Chiesa del Perdono a Paju, cittadina situata a sud di Panmunjeom, proprio a ridosso del 38esimo parallelo. “La riconciliazione è sempre stato l’elemento cardine della nostra missione”, ha detto fratel Shin Han Yol, promotore dell’iniziativa. “Da oltre 40 anni preghiamo per la pace in Corea e dal 2013 abbiamo pensato di coinvolgere ragazzi e ragazzi, cattolici e non” ha aggiunto il religioso, spiegando che: “Il pellegrinaggio è il simbolo del viaggio, pertanto non è opportuno rimanere fermi nei nostri posti confortevoli. Preferiamo, quindi, alzarci, uscire e cominciare il nostro cammino di riconciliazione”.
Tra i partecipanti anche non coreani
Tra i giovani intervenuti, anche esponenti della Federazione degli Studenti cattolici
di Seoul (Sfcs) e della Christian Youth Academy. Non tutti coreani. Tra loro anche
ragazzi francesi e vietnamiti. Sono venuti anche da Hong Kong, Taiwan e Myanmar per
testimoniare il loro impegno a favore della riconciliazione tra Nord e Sud. “Vogliamo
unire persone diverse tra loro ed avere una sola intenzione di preghiera: la pace.
Attraverso la preghiera, la nostra comunità vuole costruire ponti tra diverse religioni
e Paesi” ha sottolineato fratel Shin Han Yol.
La scelta di Paju non è stata casuale
Secondo il promotore, infatti: “Incontrarci a Seoul sarebbe stato più facile e avrebbe
fatto registrare un’adesione più ampia. Ma vogliamo stare il più possibile vicino
ai nostri fratelli e alle nostre sorelle del Nord. Per questo abbiamo scelto di celebrare
i vespri a ridosso della zona demilitarizzata”. (A cura di Davide Dionisi)
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