Un cambio di marcia che porti ad “una società più equa, giusta ed inclusiva”, essenziale “per ricostruire la fiducia e fare avanzare il cammino della riconciliazione” in Nord Irlanda. E’ quanto chiedono, in una dichiarazione congiunta, i leader religiosi nord-irlandesi, che intervengono così sulla nuova crisi politica aperta dall'omicidio, il mese scorso, di un ex membro dell’Ira , per il quale sono stati arrestati tre esponenti del partito cattolico Sinn Fein. La crisi è precipitata il 10 settembre con la decisione di Peter Robinson, Primo Ministro del Dup - maggiore partito protestante della regione - di rassegnare le dimissioni, ritirando tutti i suoi ministri dall'esecutivo di Belfast. L’assassinio e gli arresti che ne sono seguiti hanno ulteriormente destabilizzato il già precario equilibrio tra unionisti e repubblicani raggiunto nel dicembre scorso con l’Accordo di Stormont sulla controversa riforma del welfare già messa in atto in tutto il Regno Unito e osteggiata dallo Sinn Fein.
I tagli al welfare e l’instabilità politica danneggiano i più vulnerabili
In questo contesto - che rischia di mettere fine a un decennio di governo autonomo
congiunto fra unionisti e repubblicani in Nord-Irlanda, minacciando la pace che dura
da quasi vent'anni - si inserisce l’appello dei leader cristiani irlandesi che richiamano
l’attenzione sulle difficoltà economiche di tante famiglie nella regione. “Per un
numero crescente di persone che lottano per sbarcare il lunario, l’attuale instabilità
politica è un ulteriore motivo di ansia”, ammoniscono. “Insieme all’incertezza sugli
effetti della riforma del welfare, i tagli ai servizi pubblici essenziali e il mancato
accordo sul bilancio per la futura copertura di questi servizi, hanno un impatto significativo
sui membri più vulnerabili delle nostre società”.
La povertà una minaccia alla coesione sociale
“Come cristiani – prosegue la dichiarazione, firmata, tra gli altri, dal Primate cattolico
irlandese Eamon Martin – abbiamo la responsabilità non solo di donare generosamente
per sopperire ai bisogni più urgenti, ma anche di collaborare con i leader politici
e la comunità nel suo insieme per cambiare le strutture che intrappolano la gente
nel circolo vizioso della povertà”. Una povertà che - si denuncia - ha raggiunto livelli
inaccettabili soprattutto tra i bambini nord-irlandesi. I leader religiosi puntano
quindi il dito contro i nuovi tagli alle spese sociali, soprattutto nel settore dell’educazione,
che rischiano di vanificare i progressi compiuti negli ultimi anni per ridurre le
disuguaglianze. Di qui l’appello a cambiare passo ai leader politici che “hanno la
possibilità decisiva di restituire la speranza a chi è in difficoltà e a chi ha perso
la fiducia nelle istituzioni”: “I crescenti livelli di povertà ci allontanano dalla
visione della società in cui vogliamo vivere, minacciando la coesione sociale in Nord-Irlanda”,
concludono i leader religiosi. (L.Z.)
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