Il Consiglio dei ministri interni della Ue ha approvato il piano per la ricollocazione di 120mila profughi presenti attualmente in Italia e Grecia. La decisione è stata presa a maggioranza qualificata. Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria hanno votato contro. Finlandia si è astenuta. Il servizio di Marco Guerra:
L’Europa si spacca sulla ricollocazione dei 120mila profughi ospitati da Italia e Grecia. Il piano è passato al Consiglio dei ministri degli interni dei 28 paesi Ue grazie al voto a maggioranza qualificata previsto per queste tematiche. L’unanimità non è stata raggiunta per via delle posizioni contrarie di quattro governi dell’Est Europa. Una prima fase prevede la redistribuzione di 15mila profughi dall'Italia e 50mila dalla Grecia, poi seguiranno gli altri conteggiando anche i 54 mila che sarebbero dovuti partire dall'Ungheria, che invece si è opposta al meccanismo rinunciando anche alla sua quota. Sarà inoltre concessa un proroga di una anno, con taglio del 30% della quota prevista, per i paesi che, per motivi eccezionali, non sono grado di rispettare l’accordo. Francia e Germania esprimono soddisfazione ma chiedono più controlli alle frontiere e l’attivazione dei centri di identificazione per controllare il flusso dei migranti perché, spiegano Parigi e Berlino, l’Europa “non può accogliere tutti i profughi” presenti nei Paesi limitrofi alla Siria. Dure le critiche del ministro degli interni Ceco che parla di misure vuote e inefficaci. Intanto in Baviera non si fermano gli arrivi, altri 11 richiedenti asilo hanno raggiunto il land tedesco.
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